Un Gesù da paura!
La prima cosa che colpisce del Vangelo odierno è che Gesù appare mentre i discepoli di Emmaus stanno condividendo la loro gioia di averlo incontrato e riconosciuto nello spezzare il pane. Questo ci dice che quando assolviamo al compito di annunciare e testimoniare la nostra fede possiamo essere certi che Gesù è con noi. È importante ricordarlo in quei momenti di scoraggiamento legati alla difficoltà dell’evangelizzazione ma anche quando la paura di essere ignorati da Dio prende il sopravvento.
Si può credere in tanti modi ma non si può mai credere alla paura. I discepoli sono impauriti e sconvolti nel vedere Gesù in mezzo a loro, tanto da crederlo un fantasma. Anche noi lo trasformiamo in un fantasma quando lo evochiamo solo nei momenti di difficoltà , quando scompare dai nostri stili di vita oppure quando pensiamo che non esista solo perché non ci ha accontentati, perché non è intervenuto quando glielo abbiamo chiesto, perché non mette fine al male nel mondo e così via.
Così credendo rendiamo Gesù un fantasma, uno spirito del passato. Di questa immagine di Dio si può avere paura così come normalmente si ha paura dei fantasmi. Ma come non esistono i fantasmi così non esiste un Dio di cui aver paura perché uno che appare e dice «Pace a voi!» non può far paura! Forse è questo l’annuncio che sconvolge i discepoli: che dopo la morte si possa incontrare la pace. Dopo una rinuncia, dietro una mortificazione, passata la delusione, si può incontrare la pace.
Non è facile ma dobbiamo crederci, altrimenti rincorriamo un fantasma o fuggiamo dai fantasmi del passato. È una grazia incontrare qualcuno che ci aiuti a trovare pace; persone che, attraverso la loro esperienza, ci fanno vedere quello che di buono, di bello e di vero ci portiamo dentro e non può essere intaccato dalla mortificazione delle difficoltà . Un amico, un familiare, la persona che si ama o una qualunque possono diventare testimoni di salvezza.
Ecco perché l’arrivo del Risorto in mezzo ai suoi è consequenziale al racconto dei discepoli di ritorno da Emmaus. Quando parliamo con il cuore, quando annunciamo con gioia la nostra fede, diventiamo capaci di far vedere Gesù agli altri. Non un Gesù fatto di ideologie e belle parole, non un fantasma del passato, ma il Risorto in carne ed ossa che si lascia toccare e condivide la mensa, cioè la vita di tutti i giorni. Questo Gesù non fa paura ma è da paura! La nostra fede, perciò, è innanzitutto testimonianza di qualcosa di concreto, che si può toccare con mano, anche attraverso le nostre azioni.
Tutto dipende da quanto spazio lasciamo alla paura e da che posto, invece, diamo a Gesù e alla pace che è venuto a portarci. Quella pace di cui abbiamo sempre bisogno perché è la profonda riconciliazione con noi stessi e con gli altri. Lasciamoci incontrare dal Risorto, senza paura. Tocchiamo con mano la sua misericordia e vedremo la nostra vita rinascere.
Fonte: don Ivan Licinio oppure il canale Telegram