Questa Domenica il Vangelo ci proietta all’inizio della missione di Gesù, dopo l’arresto del Battista, che sicuramente tocca il cuore dello stesso Gesù, spingendolo a partire e ad iniziare la sua missione.
Gesù subito ci stupisce, da un evento negativo come un arresto fa nascere un evento di grazia che è la sua predicazione, iniziata in due posti inaspettati, luoghi di periferia Zabùlon e Nèftali, per farci comprendere ancora una volta la logica del nostro Dio che viene lì dove non lo attendiamo, nei posti più inaspettati.
Le prime parole di Gesù sono: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino” cioè aprite gli occhi, Dio si è fatto vicino a voi, riconoscetelo! Gesù però non vuole fare tutto da solo, chiede collaborazione, condivide la sua missione con noi: chiama i due fratelli Pietro e Andrea, pescatori impegnati nella loro attività, li chiama a seguirlo, non annullando la loro vita, ma allargando l’orizzonte della loro esperienza: non più solo pescatori, ma pescatori di uomini, come Gesù, anche loro, hanno una missione: andare alla ricerca dell’uomo, pescarlo dal mare del peccato.
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A Giacomo e Giovanni chiede di lasciare le reti, cioè di abbandonare tutto ciò che li tiene legati e non capaci di libertà.
Allora l’invito di questa Domenica è a tirar fuori quanto più di buono c’è in noi, divenire quindi pescatori di umanità a partire dal nostro cuore.
Commento a cura di don Guido Santagata della Parrocchia Santa Maria Assunta-Duomo di Sant’Agata de’Goti (BN)