Siamo ormai giunti anche se con fatica alla ripresa delle nostre attività quotidiane (scuole, lavoro ecc…). La liturgia ci propone la parabola degli operai chiamati per andare a lavorare nella vigna, una parabola che sembra descrivere lo stile con cui iniziare questo nuovo anno pastorale segnato da una pandemia, ci invita a guardare a quello che è il modo di fare di Dio.
Il cuore della parabola è il momento della paga; perché? Gli operai dell’ultima ora, cioè coloro i quali hanno lavorato solo un ora si vedono consegnare un denaro cioè l’equivalente di una giornata intera di lavoro; quando vanno quelli che hanno lavorato una giornata intera, si aspettano di più e invece si vedono consegnare il denaro pattuito.
Se riflettiamo meglio su questa parabola gli operai della prima ora pensano: “a noi sicuramente darà di più” ma quando si vedono consegnare un denaro, dicono: “non è giusto! dai a loro di meno!” È chiaro che nella nostra logica l’atteggiamento del padrone è sbagliato, non ha senso. Ma se ci pensiamo bene un denaro era la paga giornaliera per sfamare una famiglia, allora questo padrone si preoccupa non tanto dei singoli lavoratori quanto delle loro famiglie, perché non manchi loro il necessario.
È questo il nostro Dio, un Dio che supera la giustizia con la misericordia e la compassione, c’è qualcosa di più grande della giustizia terrena, è la misericordia di Dio! Impegniamoci a vivere tutto nella logica di chi imita la generosità del padrone, impariamo a gioire e ringraziare perché da tempo lavoriamo nella vigna del Signore, questo Dio dona di più, dona tutto, anche se in teoria non ne avremo diritto!
Commento a cura di don Guido Santagata della Parrocchia Santa Maria Assunta-Duomo di Sant’Agata de’Goti (BN)