Il Vangelo di questa Domenica ci aiuta a rispondere alle grandi domande che abitano il nostro cuore, spesso crediamo che la nostra vita nelle mani di Dio sia come vissuta in un tribunale, che questo Dio non ha altro da fare che aspettare che noi sbagliamo per farci notare i nostri errori giudicandoci e condannandoci.
Gesù ci aiuta a riflettere sulla vera immagine di Dio, innanzitutto invita tutti a guardarsi dentro, esaminando la nostra coscienza per convertirci in operatori di pace e di giustizia, se questo non avverrà, purtroppo periremo tutti! Se non amiamo, moriamo, l’amore è assenza di morte! La parabola del fico sterile ci presenta l’immagine di un Dio paziente che come il contadino con il fico, perde il tempo a prendersi cura, attendere, fino a quando il fico non porta frutti e con i suoi frutti aiuta a vivere, ciò si coglie dall’espressione del contadino: “voglio lavorare ancora un anno attorno a questo fico e forse porterà frutto”.
Dio con tanta pazienza, fiducia, speranza, si prende cura di noi, ognuno di noi è speciale agli occhi di Dio, egli con delicatezza ci annaffia, ci pota attendendo che avvenga il miracolo della nostra conversione, portando frutto, cioè salvando noi stessi e gli altri, proprio come fa il fico che dando il frutto non sfama se stesso ma coloro che gli sono accanto; ognuno di noi per vivere bene deve donare, il donarsi è la salvezza dell’uomo!
Commento a cura di don Guido Santagata della Parrocchia Santa Maria Assunta-Duomo di Sant’Agata de’Goti (BN)