Oggi il Vangelo ci propone la figura del cieco nato, della compassione di Gesù verso un uomo che, secondo la mentalità religiosa del tempo era cieco in quanto peccatore, e quindi maledetto da Dio. Gesù si avvicina, non guarda il peccato, ma si lascia interpellare dal bisogno dell’uomo: si avvicina non per giudicare, ma per guarire, per donare salvezza.
Giovanni ci descrive questo evento dell’incontro con Cristo come un’illuminazione: mi piace immaginare il nostro cuore come una stanza buia e chiusa in se stessa da anni, forse da sempre, che ad un certo punto viene illuminata dal Signore; l’interno non cambia, ci sono gli stessi mobili, le stesse cose, noi siamo le stesse persone, ma con la luce è tutto cambiato.
La fede è questo: la luce che entra nel nostro cuore e definisce tutto quanto era oscuro, tenebra, in maniera completamente diversa e nuova. Ecco allora che il cammino di conversione, a cui siamo chiamati in questo tempo di Quaresima, è un cammino che dura tutta la vita. Non chiudiamoci nella convinzione, come i farisei del tempo, di sapere sempre tutto, finendo invece per essere veramente ciechi.
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Lasciamoci sorprendere sempre dalla novità di Cristo. Come questo cieco che non sa chi è Gesù ma sa che lo ha guarito, questo gli basta perché diventi suo discepolo. Apriamo i nostri occhi e iniziamo a vedere la luce del sole!
Commento a cura di don Guido Santagata della Parrocchia Santa Maria Assunta-Duomo di Sant’Agata de’Goti (BN)