don Giovanni Vassallo – Commento al Vangelo del 20 Marzo 2021

I vangeli ci dicono che, nel corso della vita di Gesù, molta gente udì le sue parole, in diversi momenti e diversi luoghi: nel tempio o nella sinagoga, in qualche casa, durante un pranzo o sulla sponda del mare. Ma, non tutti lo ascoltavano con la stessa disposizione.
Il brano di san Giovanni che oggi ci propone la liturgia ci mostra un ventaglio di diversi modi di ascoltare il Signore. Da un lato, incontriamo quelli che lo considerano “il profeta” atteso da Israele, o il “Cristo”, il messia davidico che salverà il suo popolo; dall’altro lato, alcuni lo vedevano come un impostore e volevano catturarlo.

La presenza di Gesù, allora come oggi, è motivo di disaccordo, di divisione, «segno di contraddizione, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori» (Lc 2,34-35).

Le guardie inviate dai sacerdoti e dai farisei per arrestare Gesù ritornano confuse dopo aver ascoltato le sue parole: «Mai un uomo ha parlato così!». Questi personaggi secondari e senza nome ci ricordano la necessità di ascoltare la parola di Dio con semplicità e cuore aperto alla volontà di Dio.

I farisei, invece, si ritrovano chiusi nelle loro idee e nelle loro abitudini. Una conoscenza rigida della Scrittura e della tradizione non permette loro di farsi sorprendere dalla novità della parola del Signore. Quella parola che continua a risuonare al nostro udito e, come ci suggerisce Nicodemo – uno dei pochi farisei prudenti e aperti –, non possiamo prendere alcuna decisione senza aver prima ascoltato questo Uomo e sapere quello che ha fatto per noi. Se lo ascoltiamo con cuore semplice, come Maria di Betania, allora saremo “seduti ai piedi del Signore, per ascoltare la sua parola” (Cfr Lc 10,39) o, come Pietro, riconosceremo che solo le parole di Gesù ci salvano: «da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68).

Infine, le parole di Gesù, che troviamo nella lettura quotidiana del Vangelo, ci parla della nostra vita, ci insegna la volontù del Padre nei nostri impegni quotidiani. Per questo “Dobbiamo riprodurre la vita di Cristo nella nostra vita. Ma ciò non è possibile se non attraverso la conoscenza di Cristo che si acquista leggendo e rileggendo la Sacra Scrittura e meditandola” (San Josemaría, E’ Gesù che passa, n. 14).


Fonte: La pagina Facebook di “Opus Dei Italia” | Sito Web con tutti i commenti al Vangelo 

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