Molte volte gli insegnamenti di Gesù riflettono la saggezza umana, caretteristica della tradizione sapienziale di Israele. Così, nei Proverbi si legge: «Non affannarti per accumulare ricchezze, sii intelligente e rinuncia» (Pro 23, 4).
Tuttavia, in questo passo del Vangelo, il Signore non ci invita tanto a combattere la naturale inclinazione umana ad accumulare ricchezza o, magari, ad essere prudenti conservando il denaro necessario per i momenti in cui ne avremo bisogno. Egli, piuttosto, pone l’accento sul tipo di ricchezza che conviene accumulare: quelle celesti.
In un’altra occasione, quando un giovane gli chiede cosa deve fare per essere perfetto, Gesù gli risponde: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo» (Mt 19, 21).
L’unica ricchezza che non si può mai perdere è l’amore che ciascuno di noi ha dato durante il tempo che gli è stato assegnato. San Giovanni della Croce diceva che alla fine della nostra vita saremo giudicati per l’amore, cioè per il nostro concreto impegno d’amore e di servizio a Dio e agli uomini nostri fratelli.
Se è vero che «dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore», è vero anche il contrario: «dov’è il tuo cuore, là sarà anche il tuo tesoro». Per questo, di tanto in tanto è di aiuto riflettere dove sta il nostro cuore, come impieghiamo il nostro tempo, quali sono le nostre preoccupazioni. Ci renderemo conto se pensiamo solo alle nostre cose o se diamo spazio anche agli altri; se il motivo del nostro esistere è un generoso servizio a Dio e agli uomini.
Così, san Josemaría rivelava il segreto della felicità: «Quel che occorre per raggiungere la felicità non è una vita comoda, ma un cuore innamorato» (Solco n. 795).
Fonte: La pagina Facebook di “Opus Dei Italia” | Sito Web con tutti i commenti al Vangelo
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