Ecografia evangelica
Immacolata Concezione
Quando una donna è incinta, il sesso del nascituro oggi, grazie alla tecnologia, si viene a conoscere con molto anticipo rispetto al parto. Si vedono in giro sempre più delle vere e proprie feste in famiglia e tra amici quando si conosce l’esito dell’esame, mesi prima dell’evento vero e proprio.
Gli esami pre-parto sono così sofisticati, che anche eventuali malattie o disabilità possono essere riconosciute e addirittura già curate prima di venire alla luce. Il problema etico molto attuale è che questi esami possono anche portare allo scegliere di portare o non portare a termine la gestazione, se il futuro bambino non è come ci si aspetta e sano come si vorrebbe.
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Possiamo dire che quella di Maria è stata una gestazione eccezionale, non solo per come è iniziata (“Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra…”), ma anche per il fatto che già da subito si sapeva con certezza il sesso del bambino (“Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”). Si sapeva fin da subito che sarebbe stato maschio. E se fosse stata femmina?
Il frutto del grembo di Maria non poteva che essere un bambino maschio, visti i tempi i cui si svolgono i fatti, anche perché come femmina non avrebbe avuto vita facile e non sarebbe stata presa molto in considerazione come maestra. Come femmina, la Messia Figlia di Dio, sarebbe stata messa in croce quasi subito, cioè fatta fuori senza problemi.
Ma oggi che sarebbe successo?
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Sembra una domanda superficiale o addirittura irrispettosa, ma se vogliamo mettere in sintonia gli insegnamenti della fede con la nostra vita di oggi, la domanda si fa seria.
Anche nella nostra società culturalmente molto avanzata, che sta da tempo cercando di superare un maschilismo che vediamo resistere forte in altri contesti culturali, continuano ad esserci nel profondo molte discriminazioni sulle persone. Affermiamo continuamente che ogni essere umano ha uguale valore, indipendentemente dal genere, dall’etnia, dalle abilità, dall’orientamento sessuale… ma non sempre questo è poi vero nel concreto delle nostre azioni e relazioni. Ancora oggi facciamo conto con delle resistenze dentro la società e dentro di noi, che portano a giudicare e separare chi non è “come” noi pensiamo sia giusto.
Ecco allora la bellezza della figura di Maria, così come è raccontata nel Vangelo. Anche se questo è stato scritto in un’epoca storica lontana dalla nostra, fortemente maschilista e discriminatoria sulle diversità delle persone, ci presenta lei come modello di un mondo nuovo che ritorna all’origine della volontà di Dio.
Dio quando ha pensato al mondo e all’umanità aveva in mente solo la relazione d’amore, e non c’era posto per discriminazioni in base al genere, e a tutte le altre diversità che ci sono. È l’essere umano che fin da subito ha “rovinato” l’armonia iniziale, e ha cominciato a separare e fare distinzioni. Ecco perché Gesù non poteva che essere un maschio. Ma è proprio una donna, Maria, a essere posta come protagonista di questo evento di salvezza.
Maria è quindi modello per noi, uomini e donne, di qualsiasi condizione siamo, perché in lei c’è questo inizio di mondo nuovo abitato da Dio e dal suo progetto iniziale. Maria è modello della Chiesa, nella quale purtroppo ancora oggi ci sono ancora forti resistenze ad una vera inclusione. Bisogna riconoscere che non potrebbe essere diversamente, perché la Chiesa è umana e dentro i limiti della Storia umana.
Guardando quindi al racconto di Maria davvero non abbiamo davvero più scuse per non fare anche noi la nostra parte perché alla fine il nostro mondo ritorni al suo inizio, al progetto della Creazione, dove non c’era il peccato, dove non c’erano discriminazioni, ma c’era solo l’Amore.
E se 2000 anni fa Gesù è nato maschio, ora è ogni essere umano… di qualsiasi genere, e tutti lo possiamo diventare. E la Chiesa, come Maria non può dire di no… ma solo Eccomi.
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)