Epifania: Dio per tutti
In questi giorni abbiamo tutti assistito almeno un po’ agli eventi riguardo la morte di Benedetto XVI, papa emerito, predecessore dell’attuale papa Francesco. E proprio in questi giorni, dietro le doverose parole di condoglianze, i riti e la condivisione del lutto comune, si sono come riaccese quelle terribili luci di divisione che nella Chiesa non sono mai mancate, e continuano ad accendersi anche oggi. La Chiesa nella sua bimillenaria storia ha sempre vissuto tensioni e divisioni, a volte così profonde e drammatiche da generare scismi e guerre fratricide. Tutto questo è davvero contro il Vangelo!
Questa tendenza a dividersi e a farsi la guerra tra fratelli è comune a tutte le religioni e nazioni, constatando che è una caratteristica che tutti gli uomini hanno da sempre, fin dai due fratelli Caino e Abele. Ma è proprio l’evento della nascita di Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, che la Storia cambia, che viene annunciato un modo diverso di vivere tra esseri umani, dentro e fuori la Chiesa. Proprio in questi giorni nei quali salutiamo un papa che per molti aspetti era diverso dall’attuale, ma ne condivideva la missione e la fede, come Chiesa siamo chiamati a testimoniare l’unità nella diversità, l’incontro pur partendo da posizioni lontane, l’ascolto anche se si parlano lingue diverse, l’accoglienza reciproca anche se abbiamo apparentemente poco o nulla in comune.
I magi, questi misteriosi personaggi che vengono da lontano da “chissà dove”, seguono una stella, un piccolo punto di riferimento celeste che li porta direttamente al cuore umano di Dio. In quel bambino in braccio a una ragazza si manifesta (“Epifania” significa letteralmente “manifestazione”) per loro un mondo nuovo che va celebrato, il mondo dell’incontro, della pace, della fratellanza universale.
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Nel racconto evangelico il mondo religioso più duro e chiuso sembra far da barriera a questo incontro. La paura di Erode e degli abitanti della città santa Gerusalemme, sembra voler rallentare se non addirittura far fallire questo incontro tra i popoli e Gesù, che è sempre possibile.
Nel racconto di Matteo quello che mi colpisce è la domanda “Dov’è colui che è nato…?”. Questa è la domanda che è dentro tutti gli uomini alla ricerca di Dio, di qualcosa di nuovo nella loro vita, nella storia. È la domanda che Dio ci ha messo dentro per cercalo e incontrarlo, non in alto, ma in basso, nel piccolo, nell’umano, nel fratello e sorella. Questi misteriosi personaggi venuti da lontano sono un esempio di coraggio e voglia di mettersi in cammino seguendo una intuizione, senza una solida sicurezza ma solo con la voglia di cercare e non arrendersi.
Il cammino di ricerca di questi Magi mi ricorda quei pellegrini che si mettono in viaggio sulla via di Santiago de Compostela, su quell’antico percorso che da tutta Europa fin dal medioevo porta a piedi fino alla città spagnola dove è sepolto Giacomo, uno degli apostoli di Gesù. Questo cammino, simile a tanti altri cammini verso luoghi religiosi importanti, veniva chiamato anche “via lattea”, seguendo le costellazioni che vanno da est a ovest proprio in direzione di Santiago. È stato percorso da tanti che conosco, compreso mio zio prete più di una volta, così come da amici e ultimamente anche da una nostra parrocchiana.
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È bello vedere che ognuno parte in modi diversi, con una vita di fede diversa, talvolta quasi “assente”. Eppure tutti, anche da punti di partenza fisica e spirituale assai distanti, si mettono in cammino e seguono la stella interiore che apre all’incontro con Dio, nel modo che solo Dio sa fare. Per ognuno è possibile una “epifania” di Dio, una manifestazione di Dio che fa cambiare vita e modo di costruire il mondo.
Dove sei Dio? Dove nasci e come posso raggiungerti?
Ecco la domanda che mi mette in moto, e guardando i magi allora non smetto di credere che anche nella Chiesa e nel mondo è possibile una unità e un incontro, e la pace è il dono più grande di tutti i doni del mondo, perché questa pace è Dio ad averla accesa nel cielo del nostro cuore, e noi la dobbiamo solo seguire…
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)