Chiesa spiritosa
Del racconto del giorno della Pentecoste che troviamo nel capitolo secondo degli Atti degli Apostoli, la parte più curiosa è proprio quel lungo elenco di popolazioni e nazioni antiche che l’evangelista Luca mette per indicare tutto il mondo presente alle porte del Cenacolo. Per noi che leggiamo duemila anni dopo, solo con l’aiuto di qualche storico dell’antichità possiamo immaginare qualcosa delle lingue antiche parlate, ma anche di come questa moltitudine si presentava come aspetto, modo di vestire e di fare. I primi discepoli chiusi dentro il Cenacolo devono confrontarsi con quel mondo così vasto e variegato, con linguaggi, costumi e modi di vivere assai diversi. Ma sta proprio qui il dono miracoloso dello Spirito Santo, cioè renderli capaci di comunicare il Vangelo a tutti, perché non sono gli altri ad imparare la lingua degli apostoli ma sono gli apostoli ad imparare la lingua di tutti coloro ai quali parleranno di Gesù.
Per tentare di immedesimarmi almeno un po’ in ciò che hanno provato gli apostoli quando sono usciti dal cenacolo entrando in un mondo così variopinto e diverso, mi aiuta molto un’esperienza che ho fatto in questi giorni, un’esperienza per me come prete molto educativa e oserei dire spirituale.
Invitato dalla Diocesi di Catania sono stato con i miei libri di vignette all’Etnacomics dentro il quartiere fieristico della città siciliana. Giunta alla decima edizione, è la fiera di tutto quello che riguarda il mondo del fumetto, del gioco e della cultura pop. È molto simile al più grande Lucca-comics, e coinvolge migliaia di case editrici di fumetti, autori e disegnatori e soprattutto migliaia di giovani e meno giovani che partecipano. Dopo lo stop di due anni per la pandemia questa edizione dell’Etnacomics era molto attesa e già nel giorno dell’inaugurazione è stata invasa da migliaia di persone. La cosa che subito salta agli occhi è la presenza di moltissimi giovani vestiti con i costumi dei loro eroi di fumetti, cartoons, serie tv e film preferiti. Sono i cosiddetti “cosplay”, cioè costumi autoprodotti in maniera quasi maniacale che i giovani portano all’interno dell’evento catturando la reciproca attenzione.
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La Diocesi di Catania quest’anno ha voluto entrare in questo mondo con un piccolo spazio espositivo di fumetti religiosi a cura della libreria San Paolo della città. Lo stesso vescovo mons. Luigi Renna ha girato tutti gli stand e incontrato tantissima gente, a sua volta molto incuriosita di vedere un vescovo in una fiera simile, dove molti costumi e riferimenti fumettistici non sono propriamente “da sagrestia”. Anch’io ci sono stato ed è stata una immersione totale in mondi diversissimi di molti dei quali non sapevo nulla.
Ma è stato bello sentirmi parte di un mondo così variopinto e diverso, e sentire che in fondo abbiamo tutti in comune l’umanità, la voglia di incontrarci, il desiderio di vivere e anche il desiderio di essere felici e ridere. Ero presente un po’ stranito ma con tantissima curiosità di conoscere cose nuove senza l’ansia di dire io qualcosa per primo. Lo spazio “religioso” della diocesi era piccolo e per certi aspetti scompariva di fronte a stand di fumetti e oggetti e giochi più grandi e che attiravano molta più gente. Ma la cosa importante era esserci, credere che è li che come Chiesa bisogna stare, dentro un mondo così diverso, provocatorio e apparentemente distante.
Non conoscevo nulla di molti dei “linguaggi” di quei costumi, di quel tipo di fumetto, storia o gioco, ma se sono li posso imparare, e magari trovare qualcosa di nuovo su Dio anche dove non sembra c’entrare nulla.
Dio è Spirito e in qualche modo anche “spiritoso”, perché dentro ogni uomo c’è questo desiderio di felicità, di gioco, di incontro allegro, che è la base vera dell’incontro con il Vangelo.
Lo dice anche il racconto dell’evangelista Luca, quando scrive che tutti erano stupiti di sentire gli apostoli parlare lingue così diverse e impensabili, erano tutti meravigliati di vedere come le opere di Dio, cioè la storia di Gesù, poteva entrare nella storia di tutti, anche i più distanti. La Chiesa si è diffusa nel mondo e nella storia per “simpatia”, cioè per la capacità di entrare in sintonia con le più diverse culture, linguaggi e luoghi. Non è rimasta chiusa in un sacro cenacolo, con un linguaggio incomprensibile per pochi eletti, ma ha saputo uscire e dialogare con tutto il mondo e con tutta la storia.
La Chiesa nata dalla Pentecoste è una comunità di uomini e donne simpatici, spirituali e anche un po’ spiritosi, che sanno vestire i panni e le lingue del mondo, come ha fatto Gesù, il più simpatico e spiritoso di tutti.
Giovanni don
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)