don Giovanni Berti (don Gioba) – Commento al Vangelo del 3 Luglio 2022

831

Tutti missionari

Mentre scrivo queste righe di commento al Vangelo sto anche ascoltando l’annuncio della nomina del nuovo Vescovo della nostra Diocesi di Verona, mons. Domenico Pompili, che succede a mons. Giuseppe Zenti, vescovo a Verona dal 2007, e che lascia per aver raggiunto i 75 anni.

Come ha sottolineato il vescovo dimissionario Giuseppe, questa successione, che ovviamente è carica anche di procedure formali che partono dalla nomina da parte del Papa e che proseguirà nell’iter che è previsto per ogni cambio di vescovo, in fondo non fa che ribadire il legame ininterrotto tra i primi apostoli inviati da Gesù e la nostra Diocesi di Verona ancora oggi dopo due millenni di vita cristiana.

C’è un filo solido, quello della fede, che lega quella primissima esperienza dei primi amici e discepoli radunati da Gesù e la nostra storia attuale, non solo della diocesi di Verona ma di ogni angolo della terra dove è arrivato l’annuncio cristiano e si sono create le comunità dei battezzati.

- Pubblicità -

C’è un’espressione all’inizio del Vangelo di questa domenica che secondo me spiega benissimo non solo la successione dei vescovi nelle diocesi, ma anche ogni presenza cristiana affidata a tutti i battezzati: “…li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi”.

Ecco il senso profondo della missione di ogni cristiano, che riguarda il nuovo vescovo così come i due bambini che battezzerò domani durante la messa: essere segni della presenza di Gesù, senza sostituirlo o fare al suo posto come se lui fosse assente e tutto dipendesse da noi
La missione di ogni cristiano è comunicare in modo umano, con la testimonianza fatta di parole e soprattutto di gesti, che è Gesù a continuare a essere presente e ad operare, parlare, amare, agire.

La missione cristiana, che sia del prete, del papa o del vescovo,  che sia di un genitore, animatore e catechista, di ragazzo o bambino, di chi è sposato o no, suora o frate, sano o ammalato, in casa propria o in giro per il mondo, è una missione di annuncio di una presenza, di un amore, quello di Gesù che non ha mai smesso di esserci nella storia e in ogni luogo del mondo.

Nelle righe del Vangelo, Gesù, in questa sorta di “prove generali” della missione cristiana, con i 72 discepoli mandati a coppie, invita ad essere carichi di fiducia e ottimismo nella vita e in se stessi, non preoccupati dei mezzi ma solo orientati a portare un messaggio di pace, quella di Dio, quella della sua presenza.

“Pace a questa casa” e “…è vicino a voi il Regno di Dio” e prendersi cura di chi è malato e ha bisogno, tutto questo è ciò che ogni cristiano deve fare se vuole davvero vivere la propria missione battesimale. Il cristiano cerca in continuazione accoglienza e anche di creare occasioni di accoglienza, in modo che il messaggio non sia mai imposto e “calato dall’alto” ma tocchi davvero la vita delle persone.

Siamo tutti missionari e la nomina del nuovo vescovo me lo ricorda ancora di più, ce lo ricorda a tutti. Anzi è proprio questo il compito di un vescovo, successore degli apostoli, far si che tutti i cristiani non si sentano esclusi da questo compito di annuncio della presenza viva di Gesù dentro la storia.

In questi ultimi difficili tempi segnati da tante crisi che si sovrappongono e drammaticamente si sommano (la pandemia, la guerra, le ingiustizie, i cambiamenti climatici…) è proprio questa la missione del cristiano, quella di non far si che si spenga la speranza che Gesù è ancora con noi, e che la forza del suo amore è davvero inesauribile!

Giovanni don

Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)