Tutti missionari
Mentre scrivo queste righe di commento al Vangelo sto anche ascoltando l’annuncio della nomina del nuovo Vescovo della nostra Diocesi di Verona, mons. Domenico Pompili, che succede a mons. Giuseppe Zenti, vescovo a Verona dal 2007, e che lascia per aver raggiunto i 75 anni.
Come ha sottolineato il vescovo dimissionario Giuseppe, questa successione, che ovviamente è carica anche di procedure formali che partono dalla nomina da parte del Papa e che proseguirà nell’iter che è previsto per ogni cambio di vescovo, in fondo non fa che ribadire il legame ininterrotto tra i primi apostoli inviati da Gesù e la nostra Diocesi di Verona ancora oggi dopo due millenni di vita cristiana.
C’è un filo solido, quello della fede, che lega quella primissima esperienza dei primi amici e discepoli radunati da Gesù e la nostra storia attuale, non solo della diocesi di Verona ma di ogni angolo della terra dove è arrivato l’annuncio cristiano e si sono create le comunità dei battezzati.
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C’è un’espressione all’inizio del Vangelo di questa domenica che secondo me spiega benissimo non solo la successione dei vescovi nelle diocesi, ma anche ogni presenza cristiana affidata a tutti i battezzati: “…li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi”.
Ecco il senso profondo della missione di ogni cristiano, che riguarda il nuovo vescovo così come i due bambini che battezzerò domani durante la messa: essere segni della presenza di Gesù, senza sostituirlo o fare al suo posto come se lui fosse assente e tutto dipendesse da noi
La missione di ogni cristiano è comunicare in modo umano, con la testimonianza fatta di parole e soprattutto di gesti, che è Gesù a continuare a essere presente e ad operare, parlare, amare, agire.
La missione cristiana, che sia del prete, del papa o del vescovo, che sia di un genitore, animatore e catechista, di ragazzo o bambino, di chi è sposato o no, suora o frate, sano o ammalato, in casa propria o in giro per il mondo, è una missione di annuncio di una presenza, di un amore, quello di Gesù che non ha mai smesso di esserci nella storia e in ogni luogo del mondo.
Nelle righe del Vangelo, Gesù, in questa sorta di “prove generali” della missione cristiana, con i 72 discepoli mandati a coppie, invita ad essere carichi di fiducia e ottimismo nella vita e in se stessi, non preoccupati dei mezzi ma solo orientati a portare un messaggio di pace, quella di Dio, quella della sua presenza.
“Pace a questa casa” e “…è vicino a voi il Regno di Dio” e prendersi cura di chi è malato e ha bisogno, tutto questo è ciò che ogni cristiano deve fare se vuole davvero vivere la propria missione battesimale. Il cristiano cerca in continuazione accoglienza e anche di creare occasioni di accoglienza, in modo che il messaggio non sia mai imposto e “calato dall’alto” ma tocchi davvero la vita delle persone.
Siamo tutti missionari e la nomina del nuovo vescovo me lo ricorda ancora di più, ce lo ricorda a tutti. Anzi è proprio questo il compito di un vescovo, successore degli apostoli, far si che tutti i cristiani non si sentano esclusi da questo compito di annuncio della presenza viva di Gesù dentro la storia.
In questi ultimi difficili tempi segnati da tante crisi che si sovrappongono e drammaticamente si sommano (la pandemia, la guerra, le ingiustizie, i cambiamenti climatici…) è proprio questa la missione del cristiano, quella di non far si che si spenga la speranza che Gesù è ancora con noi, e che la forza del suo amore è davvero inesauribile!
Giovanni don
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)