In cielo con i piedi per terra

Nel racconto evangelico, ha uno spazio importante questo avvenimento nel quale Gesรน, dopo essere apparso risorto ai suoi amici, โviene portato su, in cieloโ. Lโevangelista Luca ce lo racconta ben due volte, alla fine del suo vangelo e agli inizi del racconto degli atti degli apostoli. Gesรน che โsale in cielo, avvolto dalla nubeโ segna un passaggio fondamentale tra la storia di Gesรน e la storia dei suoi discepoli, che in fondo รจ la nostra storia di Chiesa oggi.
Sembra davvero che con questa salita Gesรน risorto faccia la stessa fine delle divinitร di tutti i tempi, cioรจ in alto, distaccato e irraggiungibile. Stare in alto e lontani, non sfiorati dalla normalitร e pesantezza della vita di tutti, sembra il destino di Gesรน come di tutti gli dei. Allโuomo, a noi, a me, non rimane che guardare da lontano e โsperareโ di salire in qualche modo, guadagnandomi questo privilegio.
Anche nella logica umana non religiosa il โsalire in alto e rimanerviโ รจ un obiettivo di vita molto ricercato. Si cerca di stare in alto dal punto di vista economico e di potere, e si vuole anche mostrare agli altri in tutti i modi questa โsalitaโ. Se le divinitร antiche avevano i loro templi e le loro statue su altissimi basamenti, oggi i piedistalli sono altri, come per esempio la visibilitร nella comunicazione sociale, o le ricchezze materiali ostentate come piedistallo per apparire in alto.
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Ma davvero Gesรน รจ come tutte le altre divinitร ? Anche lui รจ come noi, quando cerchiamo di essere gli uni sopra gli altri?
A scuoterci da questa considerazione falsa e fuorviante sono proprio le due figure in bianche vesti che nel racconto degli atti degli apostoli dicono ai discepoli, rimasti a fissare il cielo: โUomini di Galilea, perchรฉ state a guardare il cielo? Questo Gesรน, che di mezzo a voi รจ stato assunto in cielo, verrร allo stesso modo in cui lโavete visto andare in cieloโ. Ci fa capire il vero senso dellโascensione di Gesรน la gioia che caratterizza i discepoli quando vedono Gesรน in cielo, โโฆed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioiaโ.
Raccontando che Gesรน โsaleโ in cielo, il Vangelo non vuole dire che Gesรน si รจ allontanato e staccato dalla realtร umana dei suoi discepoli e degli uomini, ma che รจ โentrato definitivamenteโ nella realtร di Dio che rimane per sempre e definitivamente dentro la realtร umana. I discepoli pian piano capiranno che il loro amico e maestro non รจ perso e non รจ diventato nemmeno lontano e irraggiungibile, ma proprio perchรฉ entrato nella dimensione di Dio (che noi raffiguriamo con il cieloโฆ ma non รจ questione di altezze materiali e distanti) ora รจ davvero presente in tutti e in tutta la storia.
Gesรน non รจ in cielo nel senso di distante, ma con la sua morte e resurrezione ora ha fatto si che โil cieloโ, cioรจ Dio, sia dentro la piccolezza e bassezza della nostra vita umana. Grazie al Risorto, Dio non รจ piรน irraggiungibile, perchรฉ Gesรน mostra nella sua umanitร , quella che ricordiamo nel Vangelo, che la via di Dio รจ quella dellโuomo, che dove si ama il cielo รจ aperto e raggiungibile. Di questo, come dice Gesรน ai suoi discepoli, noi siamo testimoni! Se guardiamo al cielo e pensiamo a Dio come lontano con tristezza forse non abbiamo ancora ben compreso il Vangelo. Se pensiamo che la nostra vita รจ felice solo se saliamo di grado, di economia e potere, significa che non abbiamo capito il Vangelo.
Importante รจ lโultima promessa di Gesรน ai suoi amici, ed รจ quella del dono dello Spirito Santo. Dio stesso, con il dono del suo Spirito, ci aiuta nel cuore e nella mente a capire e vivere la stessa vita di Gesรน, cosรฌ da poter sperimentare con gioia che possiamo essere anche noi in cielo anche con i piedi per terra.
Giovanni don
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (โin arte don Giobaโ)