Il volto del diavolo
Come ce lo immaginiamo il diavolo? Nei grandi affreschi e dipinti del passato che raffigurano il giudizio universale con salvati e dannati, il diavolo era rappresentato come una bestia orribile e ripugnante, feroce e spaventosa. Anche nelle raffigurazioni artistiche di questo stesso episodio del Vangelo, le tentazioni nel deserto, il diavolo è rappresentato spesso così, con corna, coda e ali di pipistrello. Ma è questa l’immagine più corretta e che veramente aiuta a comprendere l’azione di Satana e del Male nella Scrittura? Mi viene in mente come nel suo film sulla Passione di Gesù Mel Gibson scelse il volto di una donna, l’attrice Rosalita Celentano, più seducente che spaventoso.
Gli evangelisti nel loro racconto di questo episodio non hanno intenzione di far apparire il diavolo come un essere dal volto pauroso e nemico, ma tutto il contrario. Il diavolo qui si mostra come amico che vuole sedurre e conquistare il cuore di Gesù. Mentre Gesù è nel deserto e sente il peso della fame, il senso di solitudine e abbandono, il diavolo si presenta con parole all’apparenza buone e sensate. “Visto che sei il Figlio di Dio hai il potere di fare quello che vuoi…”. “Visto che sei Figlio di Dio anche se cadi non ti fai nulla e sarai sempre protetto dai tuoi nemici…”. “Puoi avere tutto il potere che ti serve su tutto il mondo solo al piccolo prezzo di mettere me al primo posto e non Dio Padre…”. Non sono cose spaventose quelle che dice questo “amico” che si presenta con il volto buono di chi è dalla parte dell’uomo Gesù.
Gesù è sedotto a fare il dio, mentre un’altra è la sua missione. Dio si è fatto uomo ma il diavolo vuole che l’uomo Gesù invece si comporti da dio, potente e magico, al di sopra di tutti e che controlla tutto.
Sono delle prove di fedeltà che Gesù avrà lungo tutta la sua missione, fin sulla croce. Continuamente come uomo sarà tentato ad abbandonare la sua missione di dono, assecondando la sete di potere e il desiderio di usare il prossimo per sé stessi, arrivando anche a manipolare la verità e credendo al falso.
- Pubblicità -
In questi 40 giorni nel deserto possiamo vedere tutta la storia di Gesù e anche tutta la storia degli uomini. Possiamo anche intravedere la nostra stessa storia personale.
L’uomo sempre è tentato di farsi dio, di usare il potere e mettere i propri bisogni al primo posto anche a costo di fare violenza.
La storia attuale ci mostra cosa succede quando il potere diventa dio, anche arrivando a calpestare la libertà dei popoli, rompendo la fratellanza umana. La guerra è il volto del diavolo oggi, così come il denaro a tutti i costi e la sete di potere. Ma è possibile come Gesù affrontare queste seduzioni e vincerle.
Ho ritrovato in questi giorni la bella testimonianza di quei giovani universitari che durante il nazismo in Germania, si opposero apertamente, usando le armi della parola e della libertà di pensiero. Il gruppo si chiama “la rosa bianca”, ed era un gruppo di resistenza che partiva proprio dai valori cristiani. Era composto da cinque studenti: Hans e la sorella Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf, tutti poco più che ventenni. Con degli opuscoli contrari al nazismo e alla guerra in corso, si scontrarono con la forza del regime, che ben presto li prese e condannò a morte. Ma quel piccolo seme era stato gettato, e una via diversa era stata mostrata.
- Pubblicità -
Anche noi siamo tentati dal diavolo che abita dentro di noi nelle scelte quotidiane, anche quelle dentro la comunità di fede, quando perdiamo di vista gli insegnamenti del Vangelo e seguiamo gli insegnamenti dell’egoismo.
Il volto del diavolo oggi potrebbe essere anche il nostro personale, quando diciamo a noi stessi che prima di tutto veniamo noi e non il prossimo, quando pensiamo che quello che ci fa felici sono le cose che abbiamo e controlliamo.
Noi non siamo dio e proprio dentro la nostra umanità Dio ha mostrato tutto il suo amore. È un amore fragile ma allo stesso tempo potente, che alla fine sconfigge il male della storia. Gesù nel deserto del nostro mondo e della nostra stessa vita personale continua questo confronto con il tentatore, e con noi lo vince. E così il volto di Gesù assume le sembianze dell’uomo, quelle nostre.
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)