Autostereogramma evangelico
โAutostereogrammaโ, รจ una parola difficile, anche da pronunciare, che indica quel tipo di immagini che a guardale sembrano una carta da parati, perchรฉ ripetono allโinfinito lo stesso motivo decorativo, ma in realtร celano unโaltra immagine tridimensionale. Lโimmagine davanti ai propri occhi si presenta piatta e senza significato, ma se uno si mette alla giusta distanza, rilassa gli occhi e prova a mettere lo sguardo โa fuocoโ oltreโฆ vede quello che i creatori dellโautostereogramma hanno nascosto. Appaiono oggetti o animali che sembrano proprio in tre dimensioni. Lโeffetto รจ quasi magico e si puรฒ guardare per un poโ, ma non troppo a lungo. Questo tipo di visione alla fine stanca gli occhi. E quando si torna a guardare lโimmagine piatta e ripetitiva che in sรฉ stessa non dice nulla, si sa che dietro, con il giusto sguardo cโรจ una balena, una torre, un uccello, un alberoโฆ
Anche โTrasfigurazioneโ รจ una parola difficile, che sintetizza unโesperienza particolare vissuta dagli apostoli con Gesรน, su un alto monte. Lโevangelista Marco ci racconta di come Pietro, Giacomo e Giovanni per un tempo breve e non ben definito, vedono Gesรน in un modo diverso, luminoso e spettacolare, in una parola โtrasfiguratoโ. Per un dono che fa loro il Maestro, riescono a andare oltre la superfice dellโuomo Gesรน e oltre la sua storia quotidiana fatta di successi e insuccessi, fatta di una umanitร che spesso lascia sconcertati e dubbiosi. Lโevangelista parla di uno splendore mostra Gesรน come la realizzazione di tutte le promesse antiche, come colui che porta a compimento tutto quello che รจ stato detto da Mosรจ ed Elia, i piรน grandi della religione ebraica. E allโesperienza visiva si aggiunge anche quella uditiva, perchรฉ la voce di Dio stesso indica Gesรน come Figlio amato da ascoltare.
Terminata questa esperienza unica di trasfigurazione, tornano a vedere Gesรน nella dimensione normale. Come รจ scritto alla fine del racconto, i tre scendono dal monte carichi di domande, ma con la sensazione di aver fatto unโesperienza bella e piena, che ha aperto occhi e mente. Avrebbero voluto che quella esperienza non finisse mai (โRabbรฌ, รจ bello per noi essere qui; facciamo tre capanneโฆโ), ma questo non รจ possibile, perchรฉ la vita e la missione di tutti i giorni aspettanoโฆ
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Non sappiamo quanto di questo racconto sia vero dal punto di vista della cronaca, cioรจ se sia avvenuto proprio cosรฌ. Come spesso accade nel racconto evangelico, ci sono episodi che cercano di descrivere unโesperienza spirituale con elementi simbolici, che non tolgono veritร ai fatti, ma li rendono significativi anche per noi oggi.
Sicuramente i discepoli hanno fatto fatica a comprendere Gesรน, a seguirlo in quel che faceva e diceva. Hanno faticato a vedere dietro la sua storia il Piano di Dio, o meglio il โRegno di Dioโ. Gesรน cosรฌ profondamente umano a volte lasciava sconcertati e interdetti. Non sembrava cosรฌ forte da cambiare il mondo, e alla fine รจ stato anche messo in croce come tanti oppositori politici e religiosi del suo tempo.
Anche per noi oggi la fede con i suoi insegnamenti e riti sembra un qualcosa di bello ma limitato, che non cambia il mondo ma nemmeno la nostra vita. A volte abbiamo davvero lโimpressione che la fede sia come guardare un quadro bello ma piatto e immobile in mezzo ai tanti quadri piatti e immobili delle nostre giornate.
Eppure dietro, anzi โdentroโ le nostre esperienze religiose e di vita si nasconde un qualcosa che, solo se dedichiamo del tempo e ci crediamo, si rivela. Dentro le immagini piatte della vita feriale e anche della vita religiosa si nasconde il volto di Dio che mi ama e mi chiama. Ho bisogno di allenare lo sguardo del cuore per vedere quello che Dio si rivela, anche se per poco, e rimotiva la mia fede, accende domande e mette in moto per cercare risposte.
Questa รจ la preghiera, quella personale e comunitaria. ร la preghiera quella che ci viene raccontata dallโepisodio della Trasfigurazione. Gli apostoli stando vicini a Gesรน, ascoltando la sua parola e vedendo i suoi gesti, anche quello della croce, hanno visto oltre, e hanno intravisto Dio. Hanno imparato ad andare oltre lโimmagine piatta della loro vita, oltre anche le difficoltร dentro e attorno a loro, per vedere la luce di Dio che รจ sempre liโฆ anche se non sempre salta agli occhi.
La preghiera, quando apriamo una pagina del Vangelo o condividiamo le nostre preghiere tra fratelli e sorelle, ci va vedere oltre e ci insegna a vedere โdentroโ la vita. E anche se dura poco, se รจ vera, quella preghiera non cambia la realtร magicamente, ma cambia il nostro sguardo e il nostro cuore e ci mostra Dio.
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Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)