don Giovanni Berti (don Gioba) – Commento al Vangelo del 22 Ottobre 2023

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Pro o contro?

Da che parte stai Gesù? Da che parte stai Dio? Da che parte devono stare i cristiani?
Siamo in un tempo di forti polarizzazioni, in tutti i campi. E le guerre sempre più drammatiche che si scatenano ci chiedono continuamente di prendere posizione. Il mondo dei media e soprattutto dei social media spingono sempre più verso la divisione in chi è pro e chi è contro, da una parte e dall’altra. Ma bisogna riconoscere che questa tentazione di contrapporsi c’è da sempre, e da sempre divide gli uomini generando violenza.

Anche Gesù viene messo alla prova in una questione molto “calda” del suo tempo: sei a favore o sei contro gli occupanti romani? Sei dalla parte di Cesare, imperatore romano che si auto considera un dio, o sei dalla parte del vero Dio che è il Signore di Israele? “Sei dalla nostra parte o contro di noi”, domandano i farisei e erodiani che si coalizzano contro Gesù (anche se fino al giorno prima di menavano a vicenda).

Internet o non internet, le contrapposizioni ci sono da sempre e le singole persone così come i popoli sono messi uno contro l’altro anche quando avrebbero più cose in comune che cose che li dividono. Lo vediamo proprio in questi giorni dove è chiaro che i civili che muoiono sia nel territorio di Israele che a Gaza sono solamente pedine usate da chi sulla loro pelle si combatte, volendo trascinare anche gli innocenti in questa contrapposizione omicida.

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Gesù come sempre compie il miracolo del cuore, non risolvendo i problemi in modo magico o con la forza, ma mostrando che c’è un altro modo di vedere la vita e i problemi, un modo che supera la contrapposizione e la guerra.

Si fa dare la moneta del tributo a Cesare e ne commenta l’immagine e l’iscrizione. È solo una moneta, non è un dio, e pagare le tasse in una società non significa per forza stare dalla parte delle pretese divine di Cesare, ma è solo restituire quel che si riceve a livello di società. Si può certo discutere se una tassa sia giusta o meno e se ci sia spreco e corruzione, ma il pagare una tassa non significa per Gesù riconoscere come dio uno che non lo è.

Dio Gesù lo vede su un’altra “moneta” che è l’essere umano. La moneta di Dio che porta la sua immagine e iscrizione siamo noi, è il prossimo, è la comunità umana. Gesù trasforma una contrapposizione tra “pro e contro” nella preoccupazione ad essere sempre “pro” l’uomo fatto ad immagine di Dio. Restituire a Dio quel che è di Dio significa riconoscerlo nella vita che abbiamo ricevuto, nella vita di chi abbiamo accanto, fosse anche un nostro nemico, e non depredarla, non accumularla in modo egoistico usandola per i propri fini egoistici.

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Restituire a Dio per Gesù è fare della vita un dono, qualsiasi vita abbiamo, con le poche o tante capacità e mezzi che ci sono stati dati, qualsiasi sia colui che ci sta accanto.
Papa Francesco ha ripreso in un suo discorso di questi giorni la questione della guerra. E quando domanda a sé stesso da che parte stare, la sua risposta è “stare dalla parte della pace”. Restituire a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, è superare le contrapposizioni, e cercare la pace che Dio ha messo nel cuore di ogni essere umano, coinvolgendo anche i “Cesari” di oggi, i potenti e coloro che hanno responsabilità da ogni parte.

Dio non è mai dalla parte della guerra e di ogni forma di contrapposizione, Dio non è dalla parte di chi fomenta “pro e contro”, Dio è solo “pro” gli esseri umani, a cominciare dai più piccoli e dalle vittime delle guerre.

Noi che abbiamo sempre pronta in mano la moneta di Cesare, e siamo preoccupati di accumularla e difenderla, facendo diventare dio la moneta stessa, ricordiamoci che noi stessi siamo la moneta di Dio, sulla quale lui ha messo il suo volto. E questa moneta non aumenta per accumulo, ma per dono…

Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)