Sogni a occhi chiusi
“I sogni son desideri di felicità. Nel sonno non hai pensieri, ti esprimi con sincerità”. Sono le parole della canzone di Cenerentola nell’omonimo film a cartoni animati di Walt Disney. Tutti facciamo sogni ad occhi aperti, però in questi prevale molto la ragione e forse non siamo così sinceri. Sono invece i sogni notturni, quelli che abbiamo quando dormiamo ad essere più sinceri e dicono molto di noi, più della ragione.
Molto spesso è proprio da lì, da quelle immagini e situazioni che abbiamo bei sogni notturni che la psicologia può aiutarci a comprendere quello che siamo veramente e sinceramente. Purtroppo non siamo sempre in grado, appena svegli, di ricordare i sogni notturni che facciamo, se non a brandelli e a piccole sensazioni, perché la razionalità tende a prevalere e le cose concrete ed immediate occupano subito mente e cuore.
È in un sogno notturno che Giuseppe incontra Dio, almeno così come ci racconta l’evangelista Matteo nella sua annunciazione a Giuseppe, che possiamo mettere per certi aspetti in parallelo con quella a Maria nell’altro vangelo, quello di Luca.
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La realtà concreta è dura per Giuseppe, sposo di questa giovane donna che si trova in attesa di un figlio non suo. I sogni di Giuseppe sono infranti, almeno quelli a occhi aperti. I suoi sogni erano quelli di costruire una famiglia con questa sposa che ama, secondo le regole sociali e religiose del suo tempo, e che Giuseppe sente giuste e che segue.
Le regole prevedono che lui ripudi la moglie infedele, ma lo vuole fare in segreto, senza esporla all’infamia. In Giuseppe c’è un combattimento interiore tra regole e amore, tra Dio e Maria… o almeno tra quel che gli hanno insegnato religiosamente di Dio e la sua sposa.
Ma ecco che nel sogno, quello notturno dove ragioni e regole spariscono, emerge il vero Giuseppe, e la voce di Dio, quella vera, si fa sentire. Giuseppe ascolta quel sogno sincero, libero dai pensieri razionali suoi e del contesto sociale e religioso del suo tempo. Appena sveglio non dimentica il sogno e lo ascolta, rendendolo realtà. Giuseppe accoglie Maria e la sfida di un figlio non suo ma di Dio, che realizza il sogno di Dio, che è quello di essere con noi, Emmanuele, Dio con noi.
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Il sogno è il luogo della verità, e nella Bibbia coincide con la preghiera, con l’ascolto di Dio nel profondo. La Chiesa dovrebbe essere il luogo dove poter almeno un po’ intravedere il sogno di Dio che entra nel nostro sogno e lo fonde.
Nella preghiera possiamo sognare che davvero l’amore è sempre più grande delle regole e delle concezioni sociali, anche se ovviamente non ne possiamo fare a meno, perché ci siamo dentro e le portiamo avanti anche noi. Ma Giuseppe ci fa comprendere che dentro di noi Dio parla e ci indica in qualche modo la strada giusta per essere felici e per costruire un modo felice, il mondo di Dio, Emmanuele, “Dio con noi”.
I sogni di Dio son desideri di felicità… per tutti.
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)