don Giovanni Berti (don Gioba) – Commento al Vangelo del 17 Aprile 2022

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Pasqua senza rabbia

“La nonna mi ha detto che se apro prima l’uovo di Pasqua Gesù si arrabbia con me!”. Questo è quello che un bambino di 5 anni mi ha raccontato quando qualche giorno fa sono stato alla scuola materna per parlare dei simboli della Pasqua. L’uovo pasquale, che noi per tradizione abbiamo di cioccolato con la sorpresa dentro, è in realtà quello vero, con il guscio duro e una piccola vita che dal di dentro vuole uscire, simbolo di Gesù vivo che esce dal sepolcro.

Insieme agli altri simboli (il cero, l’agnello, le campane…) questo dell’uovo è davvero un simbolo efficace per comprendere la ricchezza del messaggio evangelico, così rivoluzionario ancora oggi. Mi ha fatto sorridere il rimprovero della nonna riportato dal piccolo nipote, che mi immagino continuamente in agguato per aprire tutte le uova in cerca della sorpresa e papparsi il cioccolato. Ho sorriso, ma non al 100%, perché in quel rimprovero molto umano e comprensibile ho visto un grosso pericolo proprio per il messaggio evangelico. “Se fai questo o quello… Gesù si arrabbia con te”, è parte di una visione di fede distorta che, come la pietra del sepolcro, tiene Gesù prigioniero di una visione sbagliata di Dio e della nostra presenza nel mondo come cristiani.

Quanta fatica ha fatto Gesù, arrivando fino a morire, per insegnare che Dio non si arrabbia come una divinità capricciosa ma ama infinitamente, che Dio non segue la logica umana della punizione ma usa la misericordia che salva.

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Le donne la mattina di Pasqua (anche se nella loro mente non è ancora Pasqua), si recano a rendere omaggio ad uno che è morto e sepolto. Tutto è andato male con il loro amico e maestro, e su di lui ha vinto la violenza umana. Ancora più chiusi e delusi sono i discepoli maschi e in particolare gli Apostoli che non crederanno nemmeno alle prime notizie di resurrezione. La morte, il fallimento, la chiusura in sé stessi prevalgono su tutto, e la pietra sul sepolcro di Gesù è simbolo di quella pesantissima sulla mente e il cuore di chi l’ha conosciuto e diceva di amarlo e seguirlo.

Forse per noi è così anche la Pasqua di quest’anno, che porta ancora i segni della Pandemia e viene offuscata dai timori della guerra e dalle conseguenze ancora ignote che potrà avere sulle nostre vite. Siamo anche noi tentati di pensare che non tutto va bene e che l’unica via d’uscita è chiuderci in noi stessi e pensare al nostro piccolo bene immediato. Anche se sul calendario è segnata per questa domenica la Pasqua di resurrezione, anche se abbiamo le uova di pasqua pronte (da non toccare prima …”altrimenti Gesù si arrabbia!!!”), anche se ci faremo auguri dal vivo o con fiumi di messaggi… alla fine non c’è molta Pasqua nel nostro cuore e siamo in fondo come quelle donne che stanno vivendo quel giorno come un funerale. Forse è vero che Dio si è arrabbiato e ha punito chi voleva rivoluzionare la fede come ha fatto Gesù.

“Non è qui, è risorto!”.
Con poche parole, non attese e cercate, alle donne e poi ai discepoli è data una visione nuova della vita e del mondo. La vita ha l’ultima parola, anche se non ce lo aspettiamo e nemmeno ce lo meritiamo. Gesù vivente non è qui nella morte, non è qui dove c’è cattiveria e punizione, dove c’è chiusura e egoismo. “Ricordate le sue parole…” diventa quindi una esigenza per comprendere la resurrezione e viverla. E le parole e i gesti di Gesù prima della sua morte erano proprio nella direzione della misericordia, di un volto nuovo di Dio e dell’uomo. Ricordare e vivere le parole di Gesù è quello che ci farà sentire la Pasqua anche dentro le nostre vite e solleverà i macigni che schiacciano menti e cuori.

Le due donne, una ucraina e una russa, che durante la via crucis del papa il venerdì santo al Colosseo hanno retto insieme in silenzio la croce, sono un microscopico ma vero segno positivo di luce dentro l’immane tragedia della guerra tra Russi e Ucraini, un macigno storico di cui non vediamo la fine. Eppure in quel piccolo raggio di luce c’è la direzione della Pasqua.
Se seguiamo questa luce pasquale davvero scopriremo che Gesù non si arrabbia… non lo fa mai.


Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)