don Giovanni Berti (don Gioba) – Commento al Vangelo del 11 Dicembre 2022

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Il dubbio alimenta la fede

C’è un simpaticissimo video che si può vedere su YouTube cercando con “la bambina dei perché” che mostra un papà mentre fa colazione con sua figlia. La piccola ad un certo punto chiede al padre: “Possiamo andare a giocare fuori?”, e il padre risponde: “no”. E la bambina chiede: “Perché?”. “Sono le 5 del mattino, è troppo presto!”, risponde il padre, e la piccola ribatte: “Perché?”.

A questo punto ad ogni risposta del padre la bambina rilancia con continui “perché?” che portano il papà a risposte sempre più articolate e profonde…
Il video ironizza su quell’attitudine tipica dei bambini piccoli di chiedere continuamente il perché delle cose e di come si accontentano sempre meno delle risposte semplici dei genitori. In quei “perché?” e nella ricerca di risposte c’è anche un desiderio profondo di legame con i genitori e il bisogno di crescere, di comprendere il mondo senza accontentarsi delle solite risposte.

Avere dei dubbi, non accontentarsi delle risposte immediate e che sembrano troppo semplici, è anche alla base della ricerca scientifica e quindi anche del progresso nel comprendere il mondo, di come funziona e di come farlo funzionare meglio.
Vale anche per la fede? Anche nell’avere fede c’è spazio per il dubbio?

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Nel racconto del Vangelo di questa domenica ritroviamo Giovanni il Battista in carcere, imprigionato da Erode per la sua predicazione e la sua radicalità nel vivere gli insegnamenti della Scrittura. Giovanni è esempio di vera fiducia in Dio, eppure è attraversato dal dubbio proprio su Gesù come Messia. Lui che lo aveva indicato come la realizzazione di tutte le promesse antiche, ora che ne ha sentito parlare, è venuto a conoscenza di come Gesù agisce e parla, si domanda se è proprio lui il Messia oppure si è clamorosamente sbagliato.

Gesù infatti con la sua azione dominata da gesti di misericordia, di cura, di perdono nei confronti dei peccatori, con le sue parole che non sono quasi mai di condanna ma di beatitudine, mette in crisi proprio Giovanni il Battista. Lui aveva annunciato un Messia che era pronto a condannare i peccatori, che avrebbe subito diviso buoni da cattivi e che avrebbe purificato il mondo. Ma da come agisce Gesù le cose non sembrano così. Perché Gesù agisce e parla in questo modo? Perché Dio sembra aver “rallentato” la realizzazione della sua volontà. Perché le cose non cambiano subito nella direzione del bene, e il male sembra prevalere?

Questi sono i dubbi non solo di Giovanni Battista, ma anche di ogni vero credente in Gesù, che non riesce a comprendere fino in fondo gli insegnamenti di Gesù e non comprende come Dio agisce nella Storia degli uomini come anche nella sua personale. Ma senza “perché”, senza dubbi e domande, la fede non cresce e la ricerca di Dio si spegne, e sparisce anche quello spazio nel quale Dio risponde, anche se lo fa a suo modo, ma lo fa.

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Gesù infatti alla domanda che gli arriva da Giovanni Battista, portata dai suoi discepoli, non risponde con un secco “si” o “no”, ma invita a guardarsi attorno, a vedere e ascoltare quello che lui sta facendo. “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete…”, dice Gesù invitando a guardare i segni di misericordia che lui sta operando e che sono la risposta che Giovanni cerca.

Abbiamo tanti “perché” anche noi dentro la nostra fede, e spesso fatichiamo a trovare la riposta e siamo tentati di spegnerli come se mettessero in pericolo la fede. Ma non è così. La cosa importante è seguire quello che Gesù dice, cioè guardare con attenzione dentro la nostra vita, dentro le stesse parole del Vangelo (che non dovremmo mai smettere di leggere e indagare), dentro i momenti di preghiera personali o comunitari, dentro i fatti della vita. Se non smettiamo di riconoscere i nostri dubbi di cercare la risposta ai nostri perché, alla fine ci ritroveremo cresciuti e più vicini a Dio, anche se ad ogni perché ne nasce un altro.don Giovanni

Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)