Il fuoco e la cenere
โLa tradizione รจ custodire il fuoco, non adorare le ceneriโ. ร una famosa affermazione di Gustav Mahler, compositore e direttore dโorchestra austriaco del periodo tardo romantico (1860 โ 1911). Al di lร del contesto originario di questa affermazione, sento che puรฒ essere una efficace sintesi per comprendere il passo di Vangelo di questa domenica.
Lโevangelista Marco che scrive per una comunitร di cristiani in un ambiente lontano da quello del popolo di Israele, probabilmente a Roma, ci ricorda in modo molto veloce le meticolose pratiche religiose tradizionali dentro le quali si muove lโazione di Gesรน e dei suoi contemporanei.
Come accade in tutte le esperienze religiose con una lunga storia, anche in quella del popolo di Israele si sono sedimentate nel corso del tempo tante pratiche devozionali, riti e tradizioni, che hanno finito per โappesantireโ la vita religiosa. Gli ebrei (e Gesรน e apostoli dobbiamo ricordarlo erano ebrei) erano particolarmente attenti alla purezza davanti a Dio. Il mondo secondo la tradizione religiosa era rigidamente diviso in uomini puri e uomini impuri, in sacro e profano, dalla parte di Dio e contro Dio.
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Tutto era dovuto al fatto che il piccolo popolo di Israele per poter portare avanti gli insegnamenti di Dio, la Legge di Dio, si doveva distinguere e preservare dagli altri popoli e dalle altre religioni. Bisognava quindi fare di tutto per non โcontaminareโ la propria fede con quella degli idoli pagani. Ma tutta questa preoccupazione era pian piano diventata una montagna di pratiche esteriori di โpurificazioneโ che avevano fatto dimenticare il โcuoreโ della fede, che รจ la scelta di Dio, il sentirsi dalla sua parte.
Gesรน accusa i suoi accusatori, che sono i capi religiosi, di aver perso il vero significato della โpurezzaโ, che รจ questione di cuore, di scelta interiore, e non una questione di cibi, di stoviglie e altre pratiche religiose esteriori. Gesรน mette in guardia da una religiositร fatta piรน di atti esteriori conservati e tramandati gelosamente ma che non parte dal cuore e non tocca la vita vera. Questa religione delle pratiche tradizionali da conservare integralmente alla fin fine spegne il vero incontro con Dio, il quale viene letteralmente โmuratoโ e โfatto prigionieroโ dentro un muro di tradizioni fredde e ripetitive.
Queste parole di Gesรน ci provocano anche nella nostra religiositร oggi. Ormai la Storia del Cristianesimo ha un paio di millenni, durante i quali si sono accumulate moltissime tradizioni che rischiano perรฒ di non fare piรน da โponteโ con il messaggio originario, ma diventano โbarrieraโ.
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Quando una tradizione nella sua materialitร , nei riti e consuetudini considerati immodificabili, non porta al cambiamento del cuore e non fa incontrare il Signore, allora quella tradizione non porta piรน a Dio ma ne sbarra il passaggio.
I riti, le consuetudini, le celebrazioni e tutto quello che nel corso della storia si รจ accumulato nel modo di vivere il cristianesimo, hanno il compito di tenere acceso il fuoco dellโamore di Dio in noi, un fuoco che รจ sempre nuovo, che รจ sempre capace di cambiare e portare novitร . Se non fanno questo, se non alimentano il fuoco di Dio in noi, allora sono solo un inutile modo per โadorare le ceneriโ del cristianesimo.
Il โsi รจ sempre fatto cosรฌโ, che sentiamo troppe volte risuonare nelle nostre comunitร cristiane, รจ il modo migliore per mettere paletti allโazione sempre nuova di Dio, รจ il modo piรน efficace per spegnere la ricerca di Dio e il fuoco vivo del VangeloIl peso dellโamore di Gesรน รจ quello del nostro corpo, di tutto noi stessi che siamo qui nel mondo per amare e farci amare ogni giorno.
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)