Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
Trascrizione, non rivista, del video.
Come sappiamo, l’evangelista Giovanni è l’ultimo a scrivere un Vangelo. Quindi, quando si accinge a mettere per scritto la vita e il messaggio di Gesù, si spinge anche oltre la narrazione di fatti della vita di Cristo per dare loro un significato.
Nella Messa di questa domenica si legge l’inizio del Vangelo di Giovanni, nel quale non troviamo il racconto della nascita di Gesù. Semmai, troviamo cosa ha comportato la venuta di Gesù in terra. Gesù viene presentato come il Verbo, come la luce vera. Il linguaggio usato è piuttosto raffinato e spiccatamente teologico: “Era presso Dio e il Verbo era Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini”.
Da questa affermazione prendiamo un messaggio semplice, senza addentrarci in ragionamenti intriganti. L’evangelista dice che Gesù è la luce che illumina ogni uomo.
Quando entriamo in un supermercato per fare acquisti, i prodotti vengono illuminati in modo ben studiato. Ad esempio, l’illuminazione su carni e salumi deve dare una buona resa cromatica del rosso, mentre su pesce e formaggi serve una luce più fredda. Sul pane e derivati del pane ci vogliono tonalità calde e dorate. In questi esempi, la luce serve per mettere in risalto i diversi prodotti.
Tornando al Vangelo, possiamo dire che ognuno di noi è messo in risalto dalla luce che è Gesù. Ma, a differenza delle luci studiate per i prodotti e le merci, Gesù – si legge nel Vangelo – è la luce vera, quella che illumina ogni uomo, nulla di artificiale.
Lasciarsi illuminare da Gesù è essere se stessi al naturale, un cammino che impiega la vita intera. Noi siamo in continua conoscenza della nostra identità, costantemente sotto i riflettori dell’amore di Dio. Nel tempo, se abbiamo il coraggio di fermarci a meditare, scopriamo parti sempre più profonde di noi, lì dove permettiamo alla luce di Dio di entrare e mettere a punto in luce.
L’evangelista è anche molto schietto, però, nel ricordare che il mondo non ha riconosciuto Gesù, non lo ha accolto. E se ci guardiamo attorno, può essere scoraggiante constatare questo rifiuto di luce.
Il 2025 è un anno giubilare che il Papa ci esorta a vivere nella speranza. L’anno giubilare sia luminoso: una riscoperta della luce vera che illumina ogni uomo.
Dio vi benedica.