La danza dei due Testamenti
La quarta domenica di Avvento, che precede immediatamente il Natale, è fin dall’antichità dedicata alla figura di Maria e il Vangelo secondo Luca ci racconta la sua visita alla cugina Elisabetta. L’incontro di queste due madri che aspettano un bambino mette in evidenza la beatitudine di Maria, colei che ha creduto. Maria è una donna di fede, ha accolto la Parola di Dio e le ha dato carne. Ella è beata perché è discepola del Signore e in lei si è realizzata la promessa.
La prima lettura presenta una grande profezia messianica dell’Antico Testamento. Il profeta Michea compone un oracolo a favore di Betlemme, un villaggio sperduto sulle montagne della Giudea. In quel villaggio era nato Davide, che molti secoli prima era stato re di Israele. Aveva iniziato il regno e aveva portato alla gloria un popolo disperso e oppresso.
Come in passato un piccolo pastore, proveniente da un villaggio sperduto, aveva potuto dare così lustro alla nazione, anche in futuro dal piccolo sorgerà il grande: «da te, Betlemme, uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele come le…» (Michea 5,1). Ciò avverrà, dice il profeta, quando «partorirà colei che deve partorire». […]
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