La vita come un esodo
Ogni seconda domenica di Quaresima la liturgia propone il Vangelo della Trasfigurazione di Gesรน, che questโanno ascoltiamo nella versione di Luca (9,28-36). Il testo della prima lettura (Genesi 15,5-12.17-18) presenta il racconto dellโalleanza che Dio ha stipulato con il patriarca Abramo, impegnandosi a dargli la terra. Lโapostolo, nella seconda lettura (Filippesi 3,17-4,1), ci ricorda il grande impegno che Dio ha preso con noi: il nostro corpo mortale verrร trasfigurato dal Signore e sarร reso simile al suo corpo glorioso.
ร importante anzitutto notare che la Trasfigurazione avviene su un monte. Quale sia il monte non viene detto e del resto non รจ necessario saperlo. Ci basti osservare che il monte ha una chiara funzio-ne simbolica perchรฉ รจ il luogo piรน vicino a colui che รจ chiamato lโAltissimo. E su questo monte, dove la terra tocca il cielo, Gesรน viene a pregare, a vivere un momento di particolare intensitร nella sua relazione con il Padre.
Gli evangelisti dicono poi che nel momento della Trasfigurazione apparvero Mosรจ ed Elia a fianco a Gesรน. Luca aggiunge che i tre parlavano dellโesodo che Gesรน avrebbe dovuto compiere a Gerusalemme. La parola esodo vuol dire uscita. Mosรจ, infatti, aveva guidato lโuscita del popolo di Israele dallโEgitto; Elia a suo tempo aveva fatto unโaltra uscita importante andando fino al Sinai; adesso Gesรน sta preparando il suo esodo decisivo.
ร unโuscita, รจ un passaggio, รจ lโautentica Pasqua che comporta perรฒ il passaggio attraverso la croce: richiede quella sofferenza della passione. ร unโuscita da questo mondo per poter entrare nella gloria del Padre. Ora, anche i discepoli devono imparare a fare lโesodo. [โฆ]
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