don Gianmario Pagano – Commento al Vangelo del 8 Novembre 2020

La parabola delle dieci vergini

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Leggiamo insieme il capitolo 25 del Vangelo di Matteo

Dopo un po’ di latitanza, ecco il ritorno del prof in diretta. Parliamo dell’ultimo discorso di Gesù secondo Matteo e soprattutto delle parabola delle dieci vergini o anche conosciuta come la parabola delle vergini savie e di quelle stolte (Mt 25, 1-13).

Come parte dell’ultimo grande discorso escatologico di Gesù nel vangelo di Matteo, le parabole del capitolo 25 sono un viaggio nella profondità del significato dell’esistenza umana. Giunto alla resa dei conti, vicino al momento culminante della Passione, Gesù indica il significato della propria vita come coincidente addirittura col significato del mondo intero e, quindi, con quello di ogni singolo essere umano.

Le vergini sagge e le vergini impreparate sono le damigelle d’onore della sposa di una festa matrimoniale che seguiva un cerimoniale preciso. Per comprendere il livello metaforico della storia bisogna però avere ben presente il passo di Proverbi 31 (la donna “perfetta”) sullo sfondo della tradizione sapienziale: l’olio è un simbolo ricorrente dell’operosità che trasforma le cose e produce valore, del lavoro e della fatica della persona che produce gioia, abbondanza e benessere.

In altre parole: sa attendere il ritorno di Cristo ed è preparato a incontrarlo chi “sa vivere” e tiene viva la fede grazie al suo atteggiamento proattivo. La distinzione tra fede e opere, ancora una volta, non ha alcun senso per Matteo. Ancora una volta: “chi mette in pratica” la parola, tiene in piedi la casa, come suggerisce anche la parabola finale del discorso della montagna (Mt 7).

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