LA FELICITร ร PARADOSSALE
Secondo Luca evangelista, per proclamare le beatitudini Gesรน scende con gli apostoli in un luogo pianeggiante, non sale su una montagna (cfr. Matteo). Le due diverse indicazioni non sono contraddittorie, spiritualmente parlando. Per ascendere bisogna discendere, come Dio ha fatto in Gesรน Cristo.
E certamente le beatitudini sono come una mappa per potersi ritrovare in Dio, anche se Luca ne conta solo 4 (Matteo invece 9), aggiungendovi i severi ammonimenti come โguaiโ per alcune categorie di persone. Ogni volta che leggo le beatitudini, viene subito da pensare quanto sia paradossale la felicitร per la nostra fede.
Ciรฒ che il mondo rifugge, ciรฒ che il mondo vede come disgustoso e stolto, anzi, ciรฒ che il mondo evita di guardare, Dio lo proclama beato. Povertร , fame, pianto, sofferenza procurata da odio, disprezzo, insulto ed esclusione: queste condizioni in cui si puรฒ trovare lโessere umano, chiunque egli sia, dovunque egli si trovi, sono lโanticamera della felicitร , quella parola che ogni cuore umano rincorre per tutta la vita, perchรฉ se lโuomo la desidera vuol dire che esiste.
Di chi fidarsi nella vita per trovare la felicitร ? Questo รจ lโamletico dilemma dellโuomo postmoderno. Sono apparsi sulla faccia del pianeta nuovi profeti e guru (il vangelo lo ha ampiamente previsto) che si propongono sul web e su altri palcoscenici come guide e punti di riferimento che parlano di felicitร e aiutano a trovarla.
Si tratta soprattutto di figure che spesso offrono una (presunta) nuova sapienza per raggiungerla. Ma il vero credente non dimentica quanto Paolo ha lasciato scritto: anche noi parliamo, sรฌ, di sapienza, ma di una sapienza che non รจ di questo mondo, nรฉ dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla; parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che รจ rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria.
Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se lโavessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria (1Cor 2,6-8). Noi cristiani sappiamo qual รจ la strada che conduce alla felicitร : รจ la stessa che ha percorso nostro Signore Gesรน Cristo.
Questa strada difficile tracciata da Gesรน รจ lโunica che non delude, perchรฉ non illude. ร sommamente interessante notare come Luca dichiara beati giร nel loro presente doloroso poveri, affamati, afflitti e oppressi, perchรฉ hanno un futuro assicurato: si ritroveranno in Dio perchรฉ Dio รจ giร dalla loro parte.
Questa fede ha il potere di farli rallegrare, anzi, esultare nella sofferenza. Come sia possibile ciรฒ, ovvero gioire nella sofferenza, Pietro ce lo spiega con queste parole: รจ una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo ingiustamente (1Pt 2,19).
E Francesco di Assisi invece lo farร scrivere dettando a frate Leone queste parole: โโฆche nel subire ogni sorta di ingiurie, pene e altri disagi con pazienza e allegrezza, ivi รจ perfetta letiziaโ. Il grande, meraviglioso mistero della nostra fede sta nel fatto che nella Croce del Signore cโรจ la sorgente della felicitร .
Ma questo รจ anche scandalo per il pensiero religioso comune e stoltezza per il sapiente di questo mondo (cfr. 1Cor 1,23). Patire a causa del Figlio dellโuomo certifica lโautenticitร del discepolato e garantisce una ricompensa grande nel cielo, poichรฉ allo stesso modo agivano i loro padri con i profeti: lungo tutta la storia della salvezza, gli amici di Dio sono sempre stati trattati cosรฌ dai potenti.
Come accennato in apertura, Luca spende parole di grave ammonimento per i ricchi, per quelli che hanno la pancia piena, per quelli che bastano a sรฉ stessi vivendo appagati di ciรฒ che possiedono, per coloro che se la ridono e vivono del consenso altrui. Il Regno di Dio non puรฒ essere per loro.
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Mi sembra importante qui richiamare quanto dice Geremia nella 1a lettura: maledetto lโuomo che confida nellโuomo e pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore. ร una chiave di lettura molto luminosa per comprendere le beatitudini.
Lโuomo che costruisce la sua vita e pone la sua sicurezza su ciรฒ che non regge allโurto del tempo e della morte, รจ un uomo che non ha futuro, perchรฉ si allontana da Dio. O meglio, non curandosi di Dio e delle sue parole, il suo futuro sarร come un tamerisco nella steppa; non vedrร venire il bene e dimorerร in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine dove nessuno puรฒ vivere.
E Gesรน riecheggia questa efficace immagine annunciando il capovolgimento della situazione di costoro: avete giร ricevuto la vostra consolazione, avrete fame, sarete nel dolore e piangerete. Il bello รจ che di costoro si diceva solo un gran bene: i falsi amici di Dio nella storia sono sempre stati lieti di essere circondati da uomini potenti e di essere da loro accreditati.
Preoccupati di una buona reputazione da difendere, non si sono lasciati convertire dalla sapienza della Croce. Detto questo, รจ allora urgente convertirsi uscendo dallโinganno di ciรฒ che alla lunga non lascia felici. Basta ritornare al Signore con tutto il cuore, perchรฉ รจ benedetto lโuomo che confida nel Signore e il Signore รจ la sua fiducia.
AUTORE: d. Giacomo Falco Brini
FONTE: PREDICATELO SUI TETTI