LUI RITORNA, RITORNA ANCHE TU
Allโinizio del tempo di Avvento, la Chiesa ci propone un testo evangelico che, nel suo contesto, parla della fine del Tempio di Gerusalemme e della fine del mondo. Il discorso di Gesรน prende le mosse da alcuni che, pur avendo ascoltato poco prima la raccomandazione del Maestro a guardarsi da una religiositร apparente e priva di interioritร , rimangono estasiati per le pietre preziose e i doni votivi del Tempio di Gerusalemme.
A loro, il Signore annuncia la tremenda profezia della distruzione del Tempio. Alla richiesta su quando avverrร questa distruzione, Gesรน avvia quello che chiamiamo un discorso โescatologicoโ, poichรฉ la fine di Gerusalemme diventa unโanticipazione della fine del mondo, senza una netta distinzione tra le due.
Il messaggio centrale รจ semplice: non importa se la fine del mondo รจ vicina o lontana nel tempo. Quel che conta รจ essere sempre pronti per la venuta del Signore. Il suo ritorno รจ certo. Vegliare in ogni momento e pregare significa avere la forza di sfuggire a ciรฒ che sta per accadere e comparire davanti al Figlio dellโuomo.
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In ogni epoca, cโรจ sempre stato chi ha annunciato lโimminenza della fine del mondo, spesso basandosi su eventi catastrofici naturali o umani. Anche oggi non mancano questi annunci. Tuttavia, Gesรน ci invita a non lasciarci sopraffare dalla paura. Egli profetizza che una parte dellโumanitร vivrร ansia e paura di fronte ai disastri del pianeta: “Gli uomini moriranno per la paura e per lโattesa di ciรฒ che dovrร accadere sulla terra.” Il suo obiettivo, perรฒ, non รจ far crescere lโangoscia, ma farci concentrare su ciรฒ che dona fiducia e speranza. Per i cristiani, i segni del mondo non sono motivo di timore, ma la conferma della vicinanza di Dio e della sua promessa di liberazione dal male.
Il punto centrale dellโinsegnamento di Gesรน รจ nei versetti 34-36. Egli ci esorta a stare attenti a noi stessi, piuttosto che agli eventi esterni. Il nostro cuore รจ la prima realtร da custodire, perchรฉ minacciato da dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita. Nella desertificazione spirituale odierna, rischiamo di vedere il male solo allโesterno, mentre Gesรน ci invita a occuparci di noi stessi. Chi non coltiva questa attenzione rischia che “quel giorno” lo colga allโimprovviso. “Quel giorno” si riferisce alla seconda venuta di Cristo, intesa sia come giudizio finale, sia come incontro personale con Lui alla nostra morte.
Mentre il discepolo impara a vivere unโattesa serena, chi si lascia travolgere dalle preoccupazioni del mondo vivrร unโattesa dominata dalla paura. La certezza del ritorno del Signore, confermata nel Nuovo Testamento, sarร per alcuni liberazione e salvezza, per altri un giudizio severo. Luca conclude invitando a pregare per avere la forza di comparire davanti al Figlio dellโuomo. Il giudizio dipenderร dalla posizione assunta nei confronti di Gesรน, come afferma Lc 9,26: “Chi si vergognerร di me e delle mie parole, di lui si vergognerร il Figlio dellโuomo, quando ritornerร nella sua gloria.”
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Il giudizio di condanna riguarderร chi ha rifiutato il Re della veritร e dellโamore, preferendo lโegoismo, la violenza e il successo a ogni costo. Ogni istante della nostra vita รจ prezioso: unโoccasione per prendere posizione nei confronti del Signore e ritrovare la strada da Lui tracciata. LโAvvento รจ un tempo di conversione da vivere nella preghiera, senza la quale non si puรฒ trovare la forza di agire. “Vegliate in ogni momento pregando” diventa cosรฌ un autentico “modus vivendi” cristiano.
AUTORE: d. Giacomo Falco Brini
FONTE: PREDICATELO SUI TETTI