don Gabriele Nanni – Commento al Vangelo del 9 Dicembre 2021

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Forza e grazia

Gesù parla di Giovanni, l’ascetico profeta, in relazione alla sua grandezza, ed al Regno che si avvicina, perché il Messia è presente.
Tutti i profeti profetarono il Messia insieme alla rivelazione della Legge, come a dire tutto quello che è nella Scrittura parla del Messia e i profeti lo videro e lo annunciarono da lontano. Il Messia e l’avvento del Regno sono una cosa sola, tutto fu preparazione dei giorni del Cristo, ma fra tutti i migliori l’uomo che più li superò in virtù fu Giovanni Battista, per questo è chiamato il più grande fra i nati di donna.
Egli è anche il profeta più vicino, tanto che precede il Cristo di poco nel tempo, e la sua forza e veemenza sono proporzionati all’approssimarsi dell’evento che il mondo attende dal momento della catastrofe del peccato e poi con più consapevolezza da Mosè in avanti.

Ma il Battista, proprio per questa sua vicinanza, scorge il Cristo salvatore dell’umanità dal suo peccato, fino all’incontro sul Giordano dove lo vede con occhi dello spirito, come Messia, confermato dalla voce dal cielo e la colomba dello Spirito Santo.
Il Battista è anche colui che con la forza ascetica e la volontà di ferro di servire Dio, fa violenza al Regno di Dio, ovvero, bussa alla porta del Cielo, quasi reclamando di entrarvi per la capacità di essere sopra il peccato, di purificare l’indole umana fino allo spasimo.
Giovanni fa violenza al Regno dei Cieli ottenendo con la forza della penitenza e della giustizia di vita di entrare, purificando con il martirio ogni residuo umano.

Giovanni è l’esempio unico dell’uomo capace di bussare alle porte del Cielo, per volontà ascetica, per penitenza di vita, per giustizia praticata alla perfezione: egli è il degno predecessore di Gesù, suo parente nella carne, uomo di statura enorme che riesce con le proprie forze a presentarsi al cospetto di Dio.
Il Cielo chiuso per l’umanità è aperto dal Cristo, ma Giovanni ne fa eccezione per sé. Giovanni è colui che riesce e riscattarsi, ma Gesù è anche colui che riscatta l’intera umanità.

Senza la grazia nessun uomo può arrivare al Cielo, ma Giovanni seppe usare tutte le disposizioni divine per strappare con la violenza della sua vita ascetica la grazia di entrare.
Ma quello che ottiene Cristo per tutti gli uomini neppure Giovanni poté farlo: Gesù conferisce statura spirituale enorme a chi ha fede in lui, poiché riceve il suo stesso Spirito.

Chi è battezzato in acqua e Spirito nel nome di Gesù, viene innalzato alla statura di Gesù stesso, fatto suo fratello, ovvero sua immagine.
La debolezza dell’umanità che non possiede la forza del Battista, riceve la grazia di diventare forte, così la fortezza del martirio di coloro che seppero, nonostante l’età e la debolezza, testimoniare eroicamente il Cristo è la riprova della grazia.

I martiri, infatti, furono e sono testimoni del Cristo ossia non solo coloro che sono fedeli a lui fino alla morte, ma che ne riflettono lo Spirito, con potenza di miracolo alcuni, con la potenza di parola altri, con la forza del martirio i perfetti.

La grandezza umana, impareggiabile del Battista è dunque minima rispetto a quella di Gesù e di coloro, incredibile e dirsi, che sono rivestiti di Cristo stesso. Se dunque con Giovanni Battista il Regno era conquistato per forza e ascesi umana, da Cristo in poi è aperto per la grazia di Gesù, che è la via e la porta stessa del Cielo: è reso vicino ciò che era lontano, possibile quello che era impossibile, grande ciò che era miseria, eterno quello che era mortale.

La forza e la grazia si incontrano nell’era di Cristo, la nostra era: noi abbiamo la forza di Cristo e possiamo entrare con la sua forza e la sua violenza in Cielo, la violenza di chi sa dominare il peccato, rifiutare il mondo con le sue leggi e i suoi richiami, di chi sa perdere la propria vita per amore di Cristo. Tale forza è data dallo stesso Spirito di Cristo.

Noi dobbiamo farci violenza come lo fece il Battista, ma se le nostre forze non arrivano alle sue, sono però moltiplicate dalla grazia. Non è risparmiata la prova, la tentazione, la difficoltà, ma è dato lo strumento per vincere: nulla posso senza Cristo, ma tutto posso in Cristo, ovvero conquistare il Regno di Dio.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

Fonte YOUTUBE | SPREAKER