ATTESA D’AMORE
Nella festa di Santa Benedetta della Croce, carmelitana morta ad Auschwitz, nota anche con il suo nome Edith Stein, patrona d’Europa, meditiamo il tema fondamentale della attesa nella parabola del Regno detta delle dieci vergini.
Il Regno si guadagna in questo mondo, ma non è di questo mondo: lo si ottiene con uno sposalizio dell’anima con Dio, il matrimonio mistico è la condizione e il premio stesso del nostro percorso verso il Regno. Esso è la signoria di Dio nella nostra anima, dopo che sono stati esclusi tutti gli attaccamenti che abbiamo nella nostra condizione umana, dal peccato a noi stessi, e a tutto quello che ci distrae da Dio.
L’anima maggiormente purificata si rende pronta al grande incontro con lo Sposo celeste ed alla unione perfetta, cioè di amore con lui.
L’anima diventa una sola cosa con il Signore, come Gesù è una sola cosa col Padre. L’attesa esprime lo stato di tensione dell’anima verso il bene desiderato: quanto più si accende il desiderio di Dio, tanto più l’attesa si fa forte tanto da dominare ogni altro interesse. Il Signore chiede e dispone l’attesa per aumentare con la purificazione necessaria lo svuotamento dell’anima da ogni cosa che non sia Dio e che toglierebbe spazio al suo Spirito, se addirittura non lo impedisse, come il peccato.
Attesa è dunque tempo di purificazione e di verifica dell’anima, come la preghiera di San Francesco di Assisi esprime:
“Rapisca, ti prego, o Signore,
l’ardente e dolce forza del tuo amore
la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo,
perché io muoia per amore dell’amor tuo,
come tu ti sei degnato morire
per amore dell’amor mio.”.
Questo morire per amore è il segreto dell’amore stesso, è il segreto di Dio che realizzò con Gesù suo Figlio, che si ripete con la gloria dei suoi servi capaci di morire come Gesù fece. Santa Benedetta morì per amore, scegliendo il Carmelo, morì al mondo dei suoi successi intellettuali, morì alle proprie idee, per assumere la mente di Cristo, il suo pensiero.
Ebrea di stirpe, atea per scelta, filosofa insigne, sperimentò il vuoto e la solitudine, il fallimento affettivo, la delusine degli ideali umani, finché non le si presentò il Signore, una presenza a cui non sapeva dare nome, ma che la vivificava senza merito, eppure la fece risorgere. In una notte leggendo l’autobiografia di Santa Teresa capì, chi fosse, lei e il Signore, e seppe seguirlo fino in fondo. Mentre la portavano via dal convento insieme alla sorella verso il campo di sterminio, disse: “Andiamo a morire per il nostro popolo!”.
Con forza e senza paura, affrontò la fine che si presentò all’arrivo del campo, immediatamente destinata alla camera a gas ed al forno crematorio.
Il desiderio di unione perfetta con lo Sposo passò per l’olocausto, il suo spirito tutto ardente d’amore, trovò immediata unione perfetta con lo Sposo divino.
A noi la Santa dice: “Non abbiate paura, mai! Non attaccatevi a nulla, nemmeno alla vostra vita, perché immensa e grandiosa è la festa di nozze che vi attende, incommensurabile la beatitudine dell’unione perfetta tra creatura e Creatore!”
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni
Fonte: YOUTUBE | SPREAKER