don Gabriele Nanni – Commento al Vangelo del 7 Maggio 2021

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Signore, fa che io ami!

Il comandamento dell’amore reciproco condiziona quello che noi possiamo essere con Dio.
Gesù comanda di amarci come lui ha amato, poiché egli dall’altezza divina si è fatto come noi, uomo per essere nostro fratello.
La dimensione umana è la dimensione più bassa delle creature ragionevoli, inferiore agli angeli, e questo è il primo atto di amore per noi di Gesù, che da ricco si fece povero, da Dio divenne uomo. In questo ha obbedito al comandamento del Padre, per portate a noi la sua divinità, farsi vicino, prossimo per darci redenzione e salvezza e poi elevarci alla sua stessa dignità.

Il movimento di discesa di Dio viene a toccare l’uomo per contagiarlo con la sua scintilla divina: essa deve essere trasmessa attraverso la volontà, che liberamente accoglie la luce del Cielo e con essa la vita.
La luce illumina la mente, la quale vede e comprende il Cielo di Dio e il cuore è chiamato alla vita, dal suo stato di morte alla vita dell’anima, la vita che si riaccende, un cuore che batte per comando di Dio.
Misteriosamente la vita passa per potenza divina, ma si sottomette prima alla volontà dell’uomo che deve accettarla, deve desiderarla. Il cuore che batte spiritualmente, vive degli impulsi di amore di Dio, ma deve volere questo battito di amore, pulsare d’amore per le creature a somiglianza di Dio.

Ecco che Gesù comanda, ma chiede allo stesso tempo, comanda ma attende la risposta al comando.
Se Gesù desse solo il comando di amare come lui ama, ecco che ogni creatura amerebbe, come gli animali che vivono, le piante che germogliano, l’universo che segue le regole imposte dal Creatore. Invece, Dio si ferma davanti all’uomo, morto, per la ribellione antica al suo Creatore, ridotto quasi ad animale seppur dotato di intelligenza, ma privato dello spirito vitale, quello che lo rendeva a sua immagine. Dunque, questo comando di Gesù non costringe, ma indica la via della vita, è sottoposto alla discrezione della nostra risposta, perché abbiamo la possibilità di rifiutare e scegliere la morte anziché la vita.

Il bagliore della luce di Gesù, il suo amore esemplare, gratuito, purissimo è sotto agli occhi degli apostoli essi possono scegliere di essere amici di Gesù, perché egli lo offre e lo rende possibile. Il servo, infatti deve obbedire, che gli piaccia o no, ma Gesù eleva il servo al suo livello e dice di condividere il suo amore, la sua amicizia, per diventare come lui.
Amare gli amici fino a dare la propria vita perché essi vivano della vita divina, perché essi siano liberati dal peccato, rivitalizzati nel cuore: questo è il dono di chi ama perfettamente, di Dio che si fa uomo, perché gli uomini tornino ad essere immagine del Creatore, esseri viventi per l’eternità, amanti di amore purissimo, lo stesso di Dio, perché si diffonda come luce che accende le altre luci sulla terra e l’umanità torni al Padre nella dimensione dell’eternità, capace di compiere opere di amore, quelle che restano, appunto, perché solo queste sono degne di essere scritte nel Cielo.

Siamo esseri mortali chiamati all’immortalità, esseri bruti elevati alla divinità, esseri nelle tenebre e malvagi, guariti dalla morte del peccato, per essere trasformati in scintille di amore puro, che mai si spengono perché hanno obbedito al comando dell’eterno: dare la vita terrena per l’amore eterno.
Amare come Gesù ha amato è il comando, che chiede a noi stessi di forzare la scorza dell’egoismo, dopo che la mente è stata illuminata dalla parola, ed il cuore purificato dal male. Il comando è dato al cuore che pur morente desidera battere per impulso di Dio e dice:
“Signore credo, ma aiutami a credere, Signore comanda che io cammini sulle acque, Signore vedo come tu mi ami, fa che il mio cuore ami come vuoi tu, Signore non la mia, ma la tua volontà sia fatta, Signore comanda che il mio egoismo sia infranto, che il mio cuore arda del tuo amore, perché tu solo hai parole di vita eterna!”.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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