Può venire un buon frutto da una pianta cattiva?
Nel giorno del Signore è lecito fare del bene o fare del male?
è buona l’azione o l’intenzione che procura il bene materiale e spirituale del prossimo secondo la Legge superiore dell’Amore, di amare Dio e il prossimo. L’amore perfetto è amare Dio da cui scaturisce l’amore vero per il prossimo, ma chi non conosce Cristo e ama il prossimo seguendo l’impulso dell’anima che parla nel cuore di ogni uomo, sarà meritevole di vita eterna quando Cristo nel giudizio gli dirà che quello che ha fatto ai piccoli e bisognosi lo ha fatto a lui.
La Legge chiede di amare il prossimo in modo attivo, cioè si contravviene alla Legge anche quando si omette volontariamente di compierla: la Legge dell’amore vede il bisogno e non attende di agire solo se c’è obbligo specifico, codificato, poiché la Legge dell’amore è sempre valida ogni qualvolta si tratta di Dio e del prossimo nell’occasione concreta che Dio pone davanti per compiere qualcosa di buono, L’omissione, invece, è il modo ipocrita di eludere il dovere dell’amore.
Gesù corregge in modo provocatorio l’interpretazione angusta del riposo nel giorno del Signore.
Il Comandamento che indicava di non lavorare per stare con Dio e dare a lui gloria come segno dell’origine di tutte le cose e del ritorno a lui nella perfezione dell’amore, viene sostituito con il comandamento della paralisi del bene.
Il riposo del Sabato era inteso in modo distorto come impedimento esteso alle azioni di bene, la Legge dell’amore attivo in tal modo diventa Legge di paralisi dell’amore.
Gesù dà gloria a Dio facendo del bene nel giorno del Signore, guarendo un uomo dalla mano paralizzata nella casa di Dio. Le norme usate per impedire il bene diventano irrazionali, poiché vanno contro lo spirito della Legge secondo l’intenzione del Legislatore, cioè Dio.
In nome della Legge dunque si possono commettere molte ingiustizie, poiché basta interpretare in modo iniquo il senso della Legge.
Contemplare e osservare la Legge di Dio e non degli uomini è dare gloria a Dio per il vero bene degli uomini. Non si può mai, assolutamente chiamare bene quello che è male e questo va cercato con l’armonia della Legge suprema dell’amore, il bene dell’uomo in ordine a Dio, alla vita eterna.
Essere paralitici nell’amore è una conseguenza del peccato, l’omissione è un peccato contro l’amore, ma l’impedimento a chiunque di compiere il bene è ancor peggio, perché si vuole paralizzare l’amore.
Si voleva impedire Gesù di guarire con il miracolo nel giorno del Signore, quando il miracolo indicava l’intervento diretto del Signore. Nel giorno del Signore, quegli ipocriti volevano impedire una guarigione e non riuscendoci, complottarono per uccidere Gesù: era dunque questa l’osservanza della Legge dell’amore in giorno di Sabato?
Non basta chiamare etico o morale un gesto o una decisione per dare forza obbligante, bisogna che essa scaturisca da una intenzione buona con mezzi leciti, cioè buoni.
Non si può chiamare buono o legale quello cha ha un fine non buono, non si può raggiungere un fine buono con un mezzo che non è moralmente buono.
Non si può uccidere per giustificare un bene; non si può cercare nella Legge la giustificazione di una azione criminosa, non si può chiamare buono un delitto per giustificare guadagno e dominio, non si può uccidere l’innocente per invocare la salvezza del popolo. Eppure Gesù fu crocifisso per evitare, che i Romani uccidessero tutti, seguendo la decisione di Caifa, il sommo sacerdote: “Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera,” (Gv 11, 47-49).
Costoro in modo perverso usarono la Legge di Dio per compiere il male, per giustificare l’uccisione dell’innocente.
La domanda che sorge è questa: è lecito l’uccisione dei feti per farne strumento per l’utilizzo di tessuti umani per la produzione o la sperimentazione di medicinali o vaccini?
E’ veramente un bene per il popolo l’uccisione dell’innocente?
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni
Fonte: YOUTUBE | SPREAKER