La gioia spirituale
La gioia che si associa alla pace interiore è un frutto che proviene dallo Spirito Santo. Si distingue dalle gioie terrene e psichiche, per il fatto che la provenienza non è dall’esterno, cioè non trova la sua causa negli eventi positivi della vita, non ha un perché riconducibile a qualche cosa che abbiamo desiderato e che si è avverato, per un oggetto materiale, e nemmeno per una persona che corrisponde al nostro sentimento.
Tutte queste cose hanno la caratteristica di terminare bruscamente: infatti si può passare velocemente dalla gioia all’apatia, se non allo sconforto, quando il motivo della gioia viene meno.
Quando anche siamo gioiosi, le vicende della vita fanno presto a spegnere allegria e contentezza; cerchiamo uno stato di gioia stabile, sensazioni forti o di soddisfare i desideri della carne con lo scopo di alimentare o provocare lo stato di gioia.
La gioia terrena, vive brevemente, deve essere alimentata, ma sfugge con grande rapidità.
La gioia spirituale, invece, non proviene da noi e nemmeno dagli altri, non ha origine da una causa esterna e non consiste nello scopo raggiunto e nel desiderio soddisfatto.
La gioia soprannaturale non si esaurisce perché non è legata alle vicende o ai moti psichici, ma viene dall’Alto, è dono dello Spirito Santo, è partecipazione della nostra anima alla sostanza dello Spirito di Dio: Egli è la fonte e la causa della nostra gioia.
Una fonte di acqua ha in sé stessa la propria origine e dona freschezza e vita: noi sperimentiamo che essa ci invade senza nostra ricerca, senza nostra azione che la provochi. La gioia divina è un dono, il dono di Dio di se stesso, è una caratteristica dello Spirito multiforme, che conferisce vita interiore, proprio quando non abbiamo più risorse umane, quando non siamo più in cerca di cose artificiali e di surrogati della felicità.
Lo Spirito tocca l’anima disposta a riceverlo, superando immensamente ogni aspettativa.
Quando si riesce ad accettare il vuoto interiore, quando si è disposti a far spazio nell’anima togliendo ogni ingombro, quando gli amori terreni per cose e persone cessano o vengono mortificati, allora in quel vuoto Dio può mettere il suo Spirito di gioia.
Nessuno può pensare di darsi da sé stesso questo stato di felicità, perché quello che noi possiamo fare con le nostre risorse contraddice la dimensione spirituale, il dono e la iniziativa divina, la sua potenza rispetto alla nostra debolezza, la sua ricchezza davanti alla nostra miseria.
Quando arriviamo a detestare ogni nostro umano appetito, a negarlo e calpestarlo, allora siamo pronti per comprendere la gioia spirituale, perché solo allora lo Spirito si degna di entrare in noi e di abitarci stabilmente.
Il dono della gioia ai discepoli è quella di vedere Gesù e di stare con lui, è quello della sua risurrezione, che sconfigge il mondo e la morte, è il dono del Risorto, che partecipa il suo Spirito con la Pentecoste.
Nelle vicende del mondo la gioia di Gesù risorto non passa e non si estingue ed il mondo non la possiede, mentre chi la riceve gioisce in mezzo alle contraddizioni ai dolori ed alle persecuzioni. La gioia infatti è sorgente che alimenta se stessa e invade l’anima, indipendentemente da quello che patiamo. Essa è una risorsa che contraddice le risorse umane, ha una sua forza vitalizzante che contrasta la morte che circonda.
Nel nostro mondo senza Dio, o meglio, dove Dio è considerato nemico, la gioia è sconosciuta perché abbiamo impedito la condizione di poterla ricevere.
Chi osa infatti proclamare il vangelo che dice le parole di Gesù: “Se rispetterete i miei comandamenti allora sarete nella gioia”?
Il mondo del peccato è condiviso per ignavia, per oscuramento dei Comandamenti di Dio, per i compromessi e per il rispetto umano.
Manca, alla nostra generazione di credenti, il coraggio e la volontà, quando non si tratti di luce interiore, di rispettare le Leggi di Dio, e di testimoniarle al mondo.
Facciamo fatica a credere, non seguiamo la volontà di Dio, non abbiamo considerazione né rispetto per la sua Parola, e cadiamo senza rimedio nello sconforto e nella paura. Le nostre gioie si riducono a quelle umane e queste si consumano in un lampo, non nutrono l’anima, creano dipendenza dalle cose, perché non percepiamo la vita che viene dal Cielo.
La gioia di Dio donata attraverso Gesù fa spalancare il Cielo dentro di noi perché noi viviamo della volontà divina che vive in noi e nessuno ci può togliere il Cielo nell’anima, perché nessuno ha potere su Dio.
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni