Fare per Gesù, stare con Gesù
Siamo portati a pensare di distinguere l’azione e la contemplazione di Marta e Maria, due sorelle, diverse, ma entrambe seguaci di Gesù. Sorelle sono anche le due azioni del servire e contemplare, e non sono in realtà mai completamente separabili, se non per la priorità di una sull’altra, mai invece l’assenza di una delle due deve esserci nella vita dei credenti.
Cosa dunque indica Gesù che differisce e qualifica diversamente le due azioni delle due sorelle? La parola che Gesù usa è “agitazione” per Marta, agitazione per molte cose, non è tanto il fare, l’agire rispetto al contemplare, che è uno stare fermi, almeno fisicamente.
Maria è arrivata dopo un percorso difficile a Gesù e finalmente si ferma, con lui, perché è giunta alla meta, al cuore, al centro dell’amore vero, quello divino, che l’ha salvata, guarita, liberata. Maria non può stare se non vicino a quel cuore sacratissimo, da cui è scaturita la sua libertà, e la sua capacità di amare Dio. Il suo cuore non può che stare lì vicino, simile a Giovanni che riposava con il capo sul cuore di Gesù, mentre intorno altri erano preoccupati, distratti e agitati, il traditore stava per agire, le tenebre stavano per avvolgere tutti, ma Giovanni stava fermo sul cuore del Maestro: da lì la forza della fedeltà fino sotto alla croce.
Così Maddalena è donna d’azione, intrepida, coraggiosamente sfida la folla e con Giovanni e la Madre è sotto la croce, contro ogni tempesta, per la forza di quell’amore scaturito dalla vicinanza al Cuore di Gesù. C’è dunque azione in lei, ma quando si giunge al Centro tutto si ferma e tutto è mosso da lì. Maria ha scelto l’amore che muove, ma sa muoversi quando si tratta di condividere la sorte di Gesù: va alla tomba, poi torna, cerca chi ha sottratto il corpo, implora, chiede, non si ferma, fino a che Gesù le si rivela e la chiama.
Non è immobilismo quello di Maria, ma azione mozza dal centro che muove tutto, l’Amor di Dio. Marta invece agisce, ma è agitata, la sua azione è fuori dal Centro, del cuore di Gesù e rimane in periferia, fa molte cose, preoccupata per cose più materiali, ma non è giunta al centro della Pace, il centro del Cuore di Gesù. Il suo limite dunque non è l’agire, ma l’agitazione di chi non è ancora giunta dalla periferia al centro, di chi non ha ancora compreso e non ha ancora trovato la pienezza dell’amore risanante, del perdono e della liberazione.
L’agitazione non ci fa agire con grazia, ma ci rende scomposti, Marta non comprende neanche la sorella, addirittura la vuol distrarre da Gesù che ella aveva implorato per la sorella.
La famiglia è ricomposta, ma il baricentro di Maria è un’altro, Gesù, il centro di tutto.
L’azione dei contemplativi dunque, è differente da chi non lo è per il fatto che tutto proviene da Gesù per lui si muovono, per la sua gloria, per le anime da portare a lui, ogni movimento è compiuto senza mai staccarsi da quella presenza vivente davanti agli occhi dell’anima, dentro l’anima stessa. Chi agisce invece senza contemplazione, è agitato e preoccupato, non ha pace, e da tali preoccupazioni è mosso, non da Gesù, il vero principio di ogni impulso di azioni pure e spirituali.
Bisogna dunque camminare verso il Centro, verso il Cuore di Gesù, condividere i suoi impulsi di amore e per quell’amore agire secondo le sue indicazioni.
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni
Fonte: YOUTUBE | SPREAKER