Ricordati di noi, Gesù!
La prova degli apostoli e dei discepoli è la nostra prova. Essi furono messi di fronte alla debolezza del Messia. Ciò era inaccettabile, viste le sue caratteristiche di vittorioso sul male e sul mondo, quale vendicatore dei poveri e degli oppressi.
Come poteva l’Inviato di Dio, il Dio fatto uomo dimostrare la sua debolezza e perdere di fronte alla sfida dei poteri mondani e spirituali: Erode Pilato e il Tempio?
“Se tu sei Dio scendi dalla croce! Ha salvato gli altri ora salvi se stesso!” tali erano le parole degli empi, ma sembravano pronunciate dal demonio, tanto andavano ad esasperare la sofferenza del Cristo, che invece rimaneva tenacemente obbediente alla volontà del Padre: “Come il Padre mi ha comandato, così io agisco.”.
Anche noi, davanti a tante prove, siamo tentati di non credere e di abbandonare Gesù, come gli apostoli. Lo scandalo è quella frattura nel cuore per cui crolla la fiducia: le nostre speranze in Dio si rivolgono a quelle umane, poiché non accettiamo di essere abbandonati da chi dice di avere il potere e non lo esercita: “Il principe di questo mondo contro di me non può nulla”.
Rimaniamo ostinatamente abbarbicati alla nostra via: se Dio è onnipotente, perché permette il male, perché non lo spazza via, perché permette che Gesù lo patisca e lo subisca, perché anche noi siamo sottoposti a tutte le prove e sembriamo solo figli abbandonati od orfani?
La realtà sta proprio nella via di Dio Padre scelta per salvarci dal male che ci circonda, sì, ma che abbiamo anche dentro di noi.
A noi è data la possibilità di essere salvati lasciandoci una responsabilità ed un merito: quello di volere il bene e Dio e cacciare da dentro di noi tutte le tentazioni e la forza del peccato radicato talmente forte da essere natura peccaminosa.
Ma per il fatto di non essere in grado a volte neanche di volere, Gesù, in quanto uomo, compie in sé quello che noi non siamo capaci. Egli lotta contro il male e le tentazioni che il demonio gli mette davanti per ostacolarlo. Gesù è vincitore sul demonio perché non si lascia corrompere mai: nessuno lo può accurare di peccato e per questo è vittorioso sul demonio. A noi trasmette la sua forza, mediante il suo Spirito. L’anima è mossa al bene per ispirazione divina, la nostra volontà accogliendo il bene riceve anche la forza per contrastarlo, per vincere con lo Spirito vittorioso di Cristo.
Il progetto del Padre si compie con Gesù e Gesù lo compie in noi: Dio salva l’uomo con l’uomo, rigenera dall’interno la forza vitale, il germe di vita è messo nella nostra terra, quel che non abbiamo ci viene donato, e misteriosamente l’uomo nuovo, fedele a Dio, risorge.
La grande prova sta nella fedeltà al Padre, quando il male del mondo si rovescia su Cristo, su di noi.
Poiché il male è fuori di noi e dentro di noi, dobbiamo rigettarlo, ma anche patirlo, poiché è espiazione giusta per i nostri peccati, ai quali abbiamo acconsentito.
Il Cristo come innocente, per cui riceve poi il potere di giudizio, noi come colpevoli, ma perdonati per la nostra fede in Cristo e chiamati a portare la croce con lui per la nostra espiazione e quella dei fratelli.
La vittoria sul mondo e sul peccato si compie in Gesù e in noi, perché uniti a lui. È rigetto del peccato per essere uomini nuovi, è sacrificio del corpo del peccato per riceverne uno nuovo, è immolazione per amore della volontà del Padre.
Dopo aver rovesciato tutto il male possibile su di noi, siamo vittoriosi sul principe di questo mondo, perché non rispondiamo con il suo spirito impuro, ma con quello di Dio: noi rispondiamo con il bene al male e per questo siamo purificati.
La giustizia si compie attraverso la misericordia che ci salva facendo leva sulla nostra povera umanità: ci viene dato il mezzo, la moneta per pagare i nostri peccati, con un valore moltiplicato dai meriti di Gesù Cristo. Se non fosse lui a togliere il peccato con il prezzo della sua passione, la nostra sarebbe insufficiente a pagare. Ma la nostra croce viene moltiplicata nel suo valore, perché parte della croce di Cristo, così come il ladrone crocifisso alla destra di Gesù possiamo dire, che siamo lì per le nostre colpe, mentre Gesù ingiustamente, e con la stessa fede possiamo dire: “Ricordati di me quando sarai nel tuo Regno!”.
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni