LA LIBERTÀ DI GESÙ
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,54-58
Scandalo, disprezzo, incredulità: sono questi i sentimenti dei concittadini di Gesù di fronte alle sue parole, accompagnate dai prodigi, che lo avevano preceduto nella fama prima di tornare in patria.
Cosa può causare queste reazioni negative davanti a tante meraviglie compiute da Gesù?
Il profeta non è disprezzato che nella sua patria e in casa sua: non è una legge di ovvietà della vicinanza che toglie la prospettiva ampia, non può trattarsi solamente di abitudine a considerare una persona per quello che la si è sempre considerata.
Certamente il cambio improvviso del profilo della persona, da umile artigiano a profeta, può suscitare perplessità in chi da sempre considerava Gesù il figlio del falegname e basta.
La resistenza psicologica è giustificabile, ma i fatti non si limitavano a questo: la nascita e gli eventi che avevano caratterizzato gli anni dell’infanzia di Gesù, la sua sapienza nota comunque a tutti, la sua origine davidica, gli eventi della nascita del cugino Giovanni intrecciati con quelli di Gesù e Maria, tutto poneva degli indicatori che potevano guidare alla comprensione profonda di quello che Gesù aveva messo in movimento con l’inizio della sua missione come Messia.
Ma soprattutto la sapienza e la potenza divina che scaturivano da lui, non dovevano mettere sull’avviso anche i più distratti e sordi alle cose dello Spirito?
Ma quello che avvenne a Nazareth non fu la stessa cosa che si verificò in Giudea? A Nazareth l’ingresso di Gesù come Messia che compie la profezia di Isaia finisce con il tentativo di gettarlo giù dalla rupe, a Gerusalemme finisce in croce, tre anni dopo.
Non si tratta dunque di una legge psicologica di vicinanza ed abitudine quella del misconoscimento del profeta da parte dei concittadini e famigliari, ma di rifiuto dell’azione di Dio che sfugge al loro controllo.
Infatti, Gesù in patria è un personaggio notevole, ma non malleabile e non strumentalizzabile da chi facile opportunista poteva pensare di usarlo come gloria nazionale per qualche rivalsa sulla Giudea, qualcuno che potesse avere una voce in capitolo nelle questioni più ampie controllate dal Sinedrio di Gerusalemme.
Ma proprio per il fatto che Gesù si era posto contro il Tempio fin dall’inizio, ed aveva mosso anche l’attenzione dell’astuto Erode, i Galilei, che già avevano pagato un tributo di sangue con Pilato, non volevano grane di quel tipo. Volevano un personaggio che li rappresentasse secondo i loro voleri.
Lo stesso, ma con un gioco di potere molto più ampio era riferibile ai Capi dei sacerdoti, i Farisei, i Sadducei e tutta la complessa rete di relazioni dei poteri. Gesù era voluto come Re, per farne un burattino nelle mani di quelli del Tempio.
Ma Gesù andava per la sua strada, non chiedeva favori, non cercava potere, non cercava consensi: era libero e quello che diceva, assomigliava molto alle parole del Battista, seppur con quella misericordia che lo faceva indulgere sui peccatori, per chiamarli a sé, con l’autorità che solo Dio poteva avere: il Tempio era stato esautorato del potere rappresentativo, ma non efficace. Nessuno poteva competere con Gesù: con la parola guariva, resuscitava i morti, cacciava i demoni, aveva una sapienza irresistibile, perdonava i peccati.
Il potere spirituale dei sacerdoti era polverizzato, la giustizia ipocrita dei farisei era smascherata, l’errore del materialismo politico dei Sadducei smentito dalla verità della Scrittura, il potere politico non interessava a Gesù, poiché il suo Regno non era di questo mondo, ed infine nessun peccato aveva sfiorato la sua vita e non poteva essere né attirato né ricattato da nulla e da nessuno; la sua vita era nelle sue mani e non temeva la morte, anzi diceva di avere il potere di consegnarla e di riprenderla come dimostrò con la risurrezione.
Gesù era libero, era divino, era per gli uomini, ma non doveva nulla a nessuno, era la gratuità della misericordia, potente eppure umile: nessuno poteva controllarlo e per questo sconvolgeva i piani e gli interessi meschini di piccoli e grandi, di tutti coloro che non erano interessati al Regno di Dio e soprattutto alla salvezza della propria anima.
Alla sua Chiesa oggi, Cristo chiede di essere libera come egli l’ha voluta fin dall’inizio.
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni
Fonte: YOUTUBE | SPREAKER