L’onore del corpo
Maria sparge un profumo prezioso sui piedi di Gesù. L’invidia e la malevolenza del ladro e presto traditore del Maestro fanno malignamente contestare ad alta voce, proprio nella casa ove erano ospiti, il fatto dello spreco a danno della carità per i poveri. Gesù invece immortala quell’atto profetico della propria morte che accadrà da lì a pochi giorni.
Giuda tradisce il Maestro e lo consegna perché sia torturato e ucciso. Maria invece spande l’aroma che anticipa l’imbalsamazione del corpo di Gesù.
Non dobbiamo farci fuorviare dalla questione dei poveri, così come insinuata da Giuda, poiché il punto sta nella presenza unica e irripetibile del Dio fatto uomo sulla terra, che sta per essere macellato sull’altare del potere e dell’avidità.
Il corpo di Gesù è il tempio del Dio vivente, è il vertice della materia sacralizzata e inizio della sacralizzazione di tutto il creato mediante gli uomini che desiderano essere una cosa sola con lui, per essere uniti per mezzo suo a Dio Padre.
L’umanità, vertice della creazione, ma pervertita dal peccato, ha condotto la creazione nel disordine e nel male, sul mondo domina il peccato la cui radice è lo spirito del Maligno. L’inquinamento spirituale ha pervertito i cuori e i corpi sono deturpati dal peccato e fatti strumento di morte.
L’incarnazione di Dio è l’immissione del germoglio divino nella creazione. La redenzione degli uomini riafferma la dimora di Dio nei cuori, ed i corpi sono resi come quello di Gesù, tempio di Dio, luogo e custodia del Santo.
Maria sorella di Marta e Lazzaro percepiva la santità e la sacralità del corpo di Gesù e lo onorava, con tutto quello che possedeva di più prezioso.
Ella aveva riavuto vivo il fratello, aveva potuto assistere alla corruzione delle spoglie mortali, aveva assaggiato la morte nel suo cuore: Gesù aveva restituito il fratello, dalla morte lo aveva richiamato alla vita.
Ma la morte era vinta dalla potenza del Cristo per la sua disposizione ad obbedire al Padre fino alla propria morte: il gesto di onore di Maria era profezia della morte in croce.
La morte e risurrezione di Lazzaro precedono quella di Gesù come segno, per mostrare la sua potenza, per cui può consegnare la sua vita e riprenderla, perché è Signore.
Gesù realizza la risurrezione futura di tutti gli uomini che credono in lui, non come quella di Lazzaro, ma come la sua: noi siamo destinati a risorgere per non più morire. Il nostro corpo è risacralizzato, dallo Spirito Santo, che Gesù dona per essere uniti con lui.
Il nostro corpo è già ora tempio di Dio, ma è provvisorio come lo fu la Tenda dell’Arca Santa: infatti siamo in attesa di un corpo nuovo, configurato alla nostra anima redenta.
Quel che siamo ora, non sarà nella risurrezione, poiché il Signore fa nuove tutte le cose; ancora non è rivelata la nostra gloria, perché rimane nascosta in Cristo Gesù. Ma durante il nostro pellegrinaggio terreno questa tenda, il corpo segnato dal peccato e dalla morte è il luogo della presenza divina e va onorato, perché Cristo lo abita.
Tutto quello che dunque facciamo a favore del corpo sia per onore a Dio, la povertà e le condizioni di sofferenza degli uomini vanno in soccorso e onore del Corpo di Cristo, che abita in noi, poveri, in cammino, ma destinati alla gloria. Nei corpi sofferenti vediamo il Crocifisso, nella povertà onoriamo Dio, perché egli si è degnato di abitare in noi. L’onore dato ai corpi è onore dato a Dio che li abita per renderli gloriosi. Tutto quello che facciamo in favore degli uomini per alleviare le sofferenze e le miserie lo facciamo al Corpo di Cristo, onorandolo in coloro che egli si è degnato di scegliere come sua dimora.
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni
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