don Gabriele Nanni – Commento al Vangelo del 23 Settembre 2021

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L’ostacolo del male

Erode si pone la domanda di tutti: “Chi è questo Gesù di Nazareth?”. Il pragmatismo e l’assoluta noncuranza delle Scritture, fanno preoccupare Erode su chi sia questo nuovo personaggio che riprende le stesse invettive di Giovanni, ma in più fa miracoli.
Come una fiera che fiuta l’aria, Erode sembra alzare il capo al vento per scovare la traccia della preda: “Giovanni l’ho fatto decapitare io, chi è dunque costui?”.

Qualcuno dei farisei cerca di usare l’argomento del pericolo per Gesù pur di allontanarlo dalla regione e fare sparire l’incomodo Rabbi: “Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere.” ma Gesù risponde: “Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.” (Lc 13, 31-33).

Erode non è neppure nominato da Gesù: lo chiama “quella volpe”; non è come per certi peccatori, che Gesù chiama per nome, per attrarli alla luce, per convincerli della verità. Gesù usa pazienza e insegna fino all’ultimo, richiama il peccato, ma lancia continue opportunità di ravvedimento, attende con pazienza, anche quando non sembra esserci nessuna speranza di ravvedimento.

Ma con Erode, l’adultero e assassino del Battista, non c’è parola che gli possa cambiare il cuore: Giovanni lo aveva avvertito, aveva versato il sangue e data la vita a causa sua, lui, il più grande tra i nati da donna; Erode, però, non mostrava segni di ravvedimento, pronto, invece a segnare un altro colpo a proprio favore cercando di mettere le mani anche su Gesù.
Gesù manda la risposta ad Erode attraverso quei farisei e in tal modo li smaschera come amici di Erode: “Andate a dire a quella volpe… voi che lo frequentate.”.

I poteri, pur distanti, si alleano contro il Giusto, perché la sua vita onesta e la sua parola mettono a nudo il loro peccato: quello di Erode, il potente che non crede a nulla, sfacciatamente immorale, che si fa forte del potere di Governo ingiusto e violento; quello dei Farisei che peccano di nascosto, perché difendono ipocritamente l’identità della giustizia davanti a Dio, per mantenere il potere di legali della Legge divina; così i Sacerdoti, Sadducei che non credevano nei profeti e nella risurrezione, ed esercitavano in modo molto opportunistico il potere politico, erano ostili, ma non troppo ai Romani e ad Erode, pur di mantenere un equilibrio duraturo.

Ma il potere di Gesù è il potere di Dio, ed i grandi della terra sono in realtà in mano a Dio. Gesù compie la sua misericordiosa offerta di salvezza a tutti, in nome di Dio Padre: tutti possono essere salvati, se accettano la sua offerta, la sua identità di Messia, mandato dal Padre, con la l’unzione dello Spirito Santo, per recuperare le pecore perdute di Israele.
Grandi e piccoli possono ascoltare la sua Parola, ma ogni cuore deve decidere.

Il potere concesso da Dio agli uomini, la libertà della chiamata, la possibilità di schiacciare le voci di Dio, i profeti e anche quella potente come nessuna, del Cristo, tale potere di male ubriaca questi personaggi, che per un ora di grandezza sulla terra barattano la vita eterna.
Dio lascia che i potenti facciano le loro scelte, compiano le ingiustizie, ma poi, quando tutti avranno scelto, tra giustizia e iniquità, tra vita e morte, tra salvare una vita o perderla, quando tutti avranno giocato la propria possibilità, Gesù tornerà a chiedere il rendiconto.

Così Gesù non si muove, non fugge: compie miracoli e scaccia i demoni per i giorni che gli sono concessi, non da Erode, ma da Dio, poiché nulla gli può accadere se non quello che il Padre ha predisposto per lui, cioè la morte a Gerusalemme come tutti i profeti, poiché nel luogo della grazia ivi Satana si oppone con più forza.

Gerusalemme, la città Santa, è anche la città del grande peccato, l’uccisione delle voci di Dio e della sua Parola fatta Uomo.
Non dobbiamo noi dunque temere i potenti, poiché è concessa loro un’ora e noi siamo chiamati alla fortezza, ma tutto è nelle mani del Signore Gesù, che rimane con noi fino alla fine. Dobbiamo temere colui che ha il potere di gettare nella Geenna, dobbiamo temere Dio, e non barattare l’ora sulla terra per la vita eterna, perché chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, mentre la ritroverà chi la perde a causa di Gesù e del vangelo.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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