don Gabriele Nanni – Commento al Vangelo del 21 Gennaio 2022

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Giuda apostolo e poi traditore

Gesù scelse chi volle, dunque il mistero del tradimento di Giuda rimane dentro questa volontà di scelta di Gesù. Come Dio Gesù era anche consapevole del fatto che Giuda lo avrebbe tradito: Gesù dimostra di sapere dall’inizio fino all’ultimo durate la sua ultima cena, che Giuda stava per tradirlo: “Ma vi sono alcuni tra voi che non credono. Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito-.” (Gv 6,64).

Il mistero si inquadra nella coscienza di Gesù di accogliere tra le file degli eletti tra gli eletti il suo traditore, capofila di una sere nei secoli a venire.
Non vale l’argomento, caro a certi ambienti, della predestinazione di Giuda a fare la parte del cattivo discepolo, suo malgrado, vittima di una sorte cattiva a lui riservata da Dio.

Infatti non possiamo credere che Gesù avesse bisogno di forzare degli innocenti ad essere gli autori delle malvagità contro di lui, non aveva bisogno di creare un traditore, Pilato, Erode, i Sommi Sacerdoti, gli Scribi, i farisei, gli increduli, la folla crudele, le guardie del Tempio e così via sino i nostri giorni.
I malvagi, che tutt’ora popolano la terra, sarebbero tutte comparse di tale gioco perverso di Dio a creare vittime innocenti di un destino segnato ad essere malvagi.

La cosa si dovrebbe estendere anche ai demoni e a schiere infinite di esseri, costretti a recitare una parte loro assegnata da un Dio capriccioso, bisognoso di drammatizzare il creato popolandolo di falsi buoni e falsi cattivi: tante marionette per il proprio spettacolo.
Chissà, in tale prospettiva quale ruolo avrebbe Dio stesso incarnato? Vittima e salvatore o crudele distributore di parti sulla scena da lui costruita?

Giuda in realtà appartiene al mistero degli esseri, che creati da Dio, liberamente scelgono di rifiutarlo e di essergli nemici.
Egli ha scelto il suo cammino, ha rifiutato la Via, quella di Gesù.
Certamente, se Gesù sapeva quel che avrebbe scelto Giuda, avrebbe potuto almeno rifiutarlo o non sceglierlo come apostolo, onde evitare la tragedia del tradimento.

Ma Gesù avrebbe evitato la Croce? No, certamente, perché era venuto ad accendere un fuoco e voleva che ardesse presto: il fuoco del suo perdono esercitato su un numero chiuso di persone che materialmente cooperarono alla sua condanna e passione, ma che racchiudevano cosmicamente tutte e creature da perdonare, da salvare, da strappare al destino di morte eterna.
In quelle persone, che nella Giudea di quell’anno uccisero Gesù, erano racchiuse tutte le persone di ogni tempo di ogni spazio: l’umanità intera era l’obiettivo del Cristo, l’intera umanità dal primo all’ultimo uomo.

Giuda, dunque, pur essendo un personaggio singolare, rappresenta i tanti traditori della storia: traditori della verità, della misericordia, della salvezza compartecipata, della fiducia data e tradita, del rigetto ostile di Dio e della salvezza. Giuda fu l’uomo concreto che racchiuse in sé tutti i traditori che erano stati e che sarebbero venuti dopo di lui.

Un avvertimento alla Chiesa di Gesù, fino all’ultimo giorno della sua Storia, un avvertimento dato agli eletti al sacerdozio, anche a quello supremo, della possibilità non solo di cadere, ma di rifiutare Cristo, paradossalmente, nonostante l’elezione apostolica.
Gesù scelse Giuda, che poi lo tradì. Poi, in seguito fece tale scelta, ma poteva non farla.
A lui cattivo apostolo fu data una possibilità di redenzione, stando vicino proprio al Maestro, al Redentore, ai compagni, a Maria Madre della Grazia: ma non volle approfittare.

Gesù scelse Giuda, che poi tradì: poi, cioè dopo la grazia, la rifiutò.
L’esemplarità di Giuda vale come avvertimento anche ai nostri giorni: c’è chi tradisce, novello Giuda, ma c’è possibilità di conversione. Chi oggi lo tradisce, poi può ancora pentirsi e trovare misericordia.
Chiunque è fedele deve pregare per tale conversione, sperare l’impossibile, umanamente, perché il veleno di Giuda non giunga ad uccidere i tanti che lo seguono.

Il tempo della misericordia è lo spazio della potenza del Signore, ma deve trovare spazio nel nostro cuore, per essere capaci della stessa misericordia: attraverso di noi Gesù perdona e guarisce.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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