don Gabriele Nanni – Commento al Vangelo del 20 Settembre 2021

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Responsabili della luce divina

Gesù è luce del mondo. Si intende quella luce divina che fa fuggire le tenebre spirituali in cui il mondo immerso: quelle dell’oscurità del peccato.
“Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe… a quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1, 9-10.13).
La luce di Dio permette di vedere la realtà del mondo il quale si presenta oscuro ed ingannevole. L’oscurità è casata dal peccato, per cui l’umanità si trova scollegata dalla luce di Dio, il suo fine, la realtà del sue essere, la sua vocazione alla vita eterna, l’essere a immagine di Dio.

Le tenebre non sono solo assenza di luce, ma opposizione alla luce costituita dagli angeli malvagi, i demoni, i quali oscurano la luce di Dio davanti agli occhi umani.
Quella luce spirituale che ci permetteva di vedere e parlare con Dio prima del peccato, è stata impedita, ma Gesù è la luce di Dio venuta sulla terra per donarla agli uomini che la vogliono accogliere.
La luce e la vita vera sono la stessa cosa, essa si oppone alle tenebre ed alla falsa vita, quella terrena, che viene fatta apparire come l’unica e la più preziosa.

La luce di Cristo con la vita dello Spirito ci è donata, e noi come lampade veniamo accesi dalla luce di Cristo.
Questa lampada è partecipazione della scienza e della sapienza di Dio, della virtù che vince il peccato, quella forza che Gesù ci comunica e ci permette di non essere più legati dalla legge del peccato.

L’essere resi partecipi della luce divina, della verità, che è unica e si contrappone al mondo della menzogna e del peccato ci rende liberi, ma anche tremendamente responsabili della trasmissione a tutti gli uomini.
Negare quello che abbiamo compreso, nasconderlo per paura, per falsa prudenza umana, è negare Cristo stesso.
Siamo chiamati, oggi più di ieri, ad essere lampade della verità e della vita di Cristo.

La verità non è mai solo una nozione intellettuale, ma diventa trasmissione di forza e vitalità interiore, poiché è la stessa vita dello Spirito di Cristo che vive in noi.
Difendere la verità equivale e viverla, e vivere nella verità delle scelte quotidiane, significa essere testimoni della luce divina, affinché il mondo veda e creda, e abbia la vita, la stessa che abbiamo ricevuto.

Non possiamo essere cristiani e vivere nel peccato, poiché la luce viene spenta, non possiamo nemmeno essere virtuosi, ma di nascosto, non possiamo fare della fede un fatto privato: siamo chiamati alla manifestazione di chi è Dio.
Non già che noi mostriamo la nostra santità, ma quella di Dio, che si riflette in noi, con la sublimità della sua dottrina, che muove i nostri passi.

Nessuna resa alla mondo o alla mentalità del mondo, nessun orgoglio di menti eccelse ma senza Dio, nessuna scienza che non sia guidata dall’Alto, che veramente si preoccupi della vita dell’uomo in funzione del suo vero bene, rispettoso della vita umana, di ogni singolo, portatore del sigillo di Dio, che lo rende persona, unica e irripetibile, destinato all’eternità.

È peccato l’uomo che si unisce alla donna solo per ricerca del piacere, è peccato l’uomo che si unisce all’uomo peccando di sodomia, è peccato non procreare o disgiungere l’atto di amore dalla procreazione, è peccato ogni impurità o perversione, è peccato distruggere l’identità naturale della persona e soprattutto impedire il suo sviluppo spirituale secondo l’immagine di Dio.
È peccato impedire ai piccoli di mantenere la propria innocenza e di non permettere alle loro anime di incontrare Gesù.

É peccato preoccuparsi di questa vita terrena e non di quella eterna, cercare di salvare la propria vita e perdere la propria anima.
È peccato vivere nella menzogna e nella ipocrisia, nella falsità e nella disonestà, perché Dio ama chi viene alla luce e risponde ad essa con la totalità della propria vita; Dio ama chi avendo ricevuto la sua luce, la diffonde perché anche gli altri abbiano la vita; Dio ama chi si preoccupa del prossimo, dona sostegno con la carità materiale ed indica così la carità di Cristo, poiché l’amore parla dell’Amore di Dio.
Non possiamo amare a parole, né possiamo tacere l’amore di Dio, perché a noi fu dato molto e molto sarà richiesto.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

Fonte YOUTUBE | SPREAKER