don Gabriele Nanni – Commento al Vangelo del 20 Dicembre 2021

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Il voto di maria sposa di Giuseppe

Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Le due maternità, quella di Elisabetta e quella di Maria, sono strettamente connesse, non solo per il fatto che si susseguono con uno scarto di sei mesi, ma anche perché l’angelo Gabriele le connette nel loro significato.
Dopo sei mesi dall’annuncio a Elisabetta della nascita di Giovanni, l’angelo viene mandato da Maria di Nazareth.
Giovanni con la potenza di Elia ha la missione di preparare la venuta del Messia, la vita del Profeta materialmente precede di poco, quella del Cristo.

Il Profeta e il Messia hanno in comune la discendenza, poiché è parente di Maria, ma con una derivazione sacerdotale, quindi anche della stirpe di Aronne, fratello di Mosè e di Maria profetessa (Cf Es 15,20). I fili della potenza profetica e della regalità e del sacerdozio corrono lungo la stirpe sia di Maria che di Elisabetta e sono comunicati ai figli.

Ma i due concepimenti sono uniti anche dalla modalità straordinaria; il miracolo di Elisabetta serve a rassicurare Maria di un altro miracolo, ma con un salto di qualità superiore: il concepimento avverrà “senza conoscenza di uomo”. L’angelo rassicura Maria che quello che avverrà sarà opera dello Spirito Santo, il bambino concepito, Gesù sarà Figlio dell’Altissimo.

La prima parte dell’annuncio riguarda la nascita del Messia. Tra tutte le coppie formate dai discendenti di Davide, dalle quali si attendeva la nascita del Messia, che avrebbe governato come Re il suo popolo, l’Atteso da generazioni, profetizzato da Isaia, Geremia e Michea, proprio lei era la prescelta insieme a Giuseppe.

Ma Maria pone l’obiezione: “Come è possibile? Io non conosco uomo!”: è indubitabile che ella non intendeva “conoscere uomo” contro l’evidenza del suo prossimo matrimonio preordinato dal fidanzamento. È tale obiezione della Vergine che procura una spiegazione dell’angelo, che le risponde, dunque rassicurandola, che la sua intenzione o voto di verginità non viene modificato da Dio, anzi diventa necessario per il concepimento senza intervento umano, per la potenza dell’Altissimo: “Lo Spirito Santo ti coprirà con la sua ombra”. L’angelo rafforza la risposta con la rivelazione di un altro miracolo già avvenuto, quale segno della potenza e della volontà di Dio: la sterilità di Elisabetta è vinta, perché a Dio nulla è impossibile.

Maria è rassicurata, dunque sul fatto che il suo voto non sarà sciolto, perché gradito a Dio, e la prova materiale è la gravidanza già in atto anche se non conosciuta di Elisabetta. A dimostrare il voto di verginità di Maria è l’annuncio, per mezzo del sogno, a Giuseppe, il quale viene informato del concepimento per opera di Dio della sua sposa. La citazione della profezia di Michea: “La vergine concepirà” lo rassicura sul fatto che egli conoscendo il voto di Maria e rispettandolo, ora sa che ella è la destinataria di quella oscura, ma ora evidente profezia.
Tutte le schiere dei consacrati alla verginità trovano il modello in tale voto originario di Maria e dunque di Giuseppe, che conosceva e condivideva quello di Maria. Perciò subito egli comprese e credette all’angelo e subito assunse la missione di prendere con sé la sposa e il Bambino divenendone il custode forte e fedele.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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