don Gabriele Nanni – Commento al Vangelo del 20 Aprile 2021

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LA PAROLA SI FA VITA PER NOI

 

I Giudei intendevano fare un paragone con Mosè, quasi a sfida con Gesù. Infatti, Mosè aveva preannunciato per il popolo un profeta pari a lui (Cf Dt 18,15), essi attendevano quel profeta e avevano pensato che poteva essere il Battista: “Sei tu il profeta?” (Cf Gv 1,21), gli chiesero.
La gente vedendo i segni che Gesù compiva diceva: “Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!” (Gv 6,14). Gli increduli invece intendevano annichilire Gesù cercando di schiacciarlo con il confronto con le opere di Mosè: “Mosè ci ha dato il pane dal cielo” cioè la manna nel deserto: “Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai?”.
Ma è importante la precisazione di Gesù: “Non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero.”.
L’origine della potenza di Mosè stava in Dio, non si trattava di un potere personale con cui Gesù doveva confrontarsi, come fosse una gara tra uomini. L’origine divina del pane adombrava con Mosè, servo e non autore della potenza di Dio, la sostanza del vero pane, cioè Gesù stesso.

Gesù dice di se stesso di essere più di un profeta, e di essere il pane stesso disceso dal Cielo, mandato dal Padre.
Mentre il profeta compie le opere mediante la parola suscitata da Dio, Gesù è la stessa Parola del Padre: Essa è non solo strumento per compiere il miracolo, ma è sostanza nutritiva che si comunica perché la Parola si fa carne e sangue, resa presente nel Pane eucaristico.
Con Gesù le cose distinte si uniscono: mentre il profeta riceve la parola da Dio, ma non è Dio, compie le opere di Dio, per la potenza di Dio è solo uno strumento, Gesù, invece, è Dio stesso, la sua Parola è quella del Padre, egli è la Parola stessa.
La Parola illumina e nutre la mente degli uomini aprendoli alla comprensione della volontà di Dio e dei suoi misteri, ma Gesù è anche sostanza del Padre, che comunica attraverso la sostanza del suo Corpo, reso presente in modo misterioso nel Pane eucaristico.
Insieme alla Parola che nutre la mente, il Pane-sacramento nutre il corpo e l’anima stessa, sostiene il pellegrinaggio terreno verso il Cielo, passa la stessa sostanza divina al fedele, che viene sostenuto e trasformato.

Il Pane eucaristico è tutta la sostanza divina che si è fatta materia per comunicarsi al nostro spirito mediante il nostro corpo, e al tempo stesso fonda l’esistenza del nostro corpo glorioso, quello futuro, quello della risurrezione, con un corpo simile a quello di Gesù risorto.
Con questo dono supremo la Parola abita in noi, diventa corpo nel nostro corpo, dona lo Spirito Santo che dimora stabilmente in noi.
Quello che era disgiunto ed immagine con Mosè, con Gesù è unificato e realizzato. I credenti non sono condotti da Dio che precede con la sua presenza nella colonna di fuoco, ma lo stesso fuoco divino è nel credente che procede istruito dall’anima abitata da Dio.
La Parola che proveniva da fuori ed era udita, ora parla dal cuore, dal profondo dell’anima, il nutrimento che gli Israeliti dovevano raccogliere ogni giorno ora è donato nella Santa Messa e nutre per non far più avere fame, nutre per dare una vita che non muore. Gli Israeliti nutriti quaranta anni nel deserto conobbero la morte, i fedeli in Cristo nutriti con la sua Parola e con il suo Corpo non conosceranno la morte seconda, perché vedranno la risurrezione per essere nella dimora con Dio stesso.
Il viaggio è compiuto, perché Dio è entrato nel cuore dell’uomo. Non è più l’uomo che cammina verso Dio, ma Dio è venuto verso l’uomo e si è fatto una cosa sola con lui.

Non sappiamo, per ora, realizzare quello che avviene nella nostra anima quando riceviamo il Pane eucaristico, ma per fede sappiamo quello che contempleremo da risorti in Cristo: abiteremo nelle dimore eterne senza bisogno di sole e di luna perché la luce divina abiterà in noi (Cf Ap 22,5).

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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