Riconoscere il tempo della visita del Signore
Gesù piange sulla sorte della città che lo sta per condannare a morte: mentre contempla Gerusalemme dall’alto del Monte degli Ulivi, Gesù piange la sorte che tutta la città sta per incontrare, la rovina attuata dai nemici, i quali non hanno più barriere soprannaturali per distruggerla. L’assedio di Gerusalemme e la distruzione del Tempio sono ferite che ancora oggi durano.
La distruzione fisica della Città Santa è opera di uomini, ma la volontà è quella di Dio, che la lascia in mano a se stessa, alle proprie scelte politiche, ed alle loro conseguenze, dopo aver rigettato il suo Messia il suo vero Re: il Re di Gerusalemme e del suo popolo è Gesù, della stirpe di Davide e Figlio di Dio. Il rifiuto del titolo che gli spettava, non impedisce a Gesù di ottenerlo dal Padre, ma causa la perdita dell’appartenenza al suo Regno a chi lo ha rigettato.
Questo accade sia per le singole persone, che per la comunità sociale e politica. La regalità di Cristo, infatti non è di questo mondo, ma è per questo mondo, per coloro che lo accolgono, per iniziare ad essere qui sulla terra, già cittadini del Cielo, poiché è qui che lo si diventa, la terra è legata al Cielo, è il poco che prepara il molto, è il terreno della semina soprannaturale, è il luogo della produzione dei frutti della Carità spirituale, quelli che permettono di avere l’accesso al Regno dei cieli.
Dunque il Signore ha visitato il suo popolo, ma esso lo ha respinto, ma a chi non lo ha respinto ha dato modo di diventare cittadini della Gerusalemme celeste, cittadini del Cielo della vera patria, poiché per quella le anime sono state create.
Il tempo della prova è sulla terra e la visita del Signore serve a dare luce su chi siamo e dove siamo destinati, Il tempo della visita serve a liberare dagli impedimento che il demonio ha posto al genere umano di salire al Cielo; è la liberazione dai lacci della morte, che passano per l’oscurità della mente, della impossibilità di operare il bene, di andare al Signore.
Ma a chi ha accolto il Signore, Gesù, ha dato la liberazione, la luce e la forza per il bene, l’appartenenza all’Alleanza con Dio, legame imperituro da parte di Dio, che però chiede di scegliere, di amarlo e di servirlo.
I destini materiali sono tutti un passaggio veloce sulla terra, tuttavia un tempo di pace e prosperità sulla terra permette che la semina spirituale possa aver modo di germogliare, crescere e portare frutti spirituali.
Un tempo di pace concesso alla terra deve essere l’opportunità per crescere nel bene e camminare verso il Cielo, quando invece la pace concessa viene usata per dare spazio al vizio, all’ingordigia, al peccato piuttosto che alla virtù, alla perversione piuttosto che alla rettitudine, allora il tempo della visita del Signore non è riconosciuto, ma sprecato.
Abbiamo avuto un tempo di pace relativa dopo i conflitti mondiali, ma non possiamo dire che siamo diventati migliori dei nostri padri. Abbiamo avuto possibilità di crescita spirituale, perché il tempo era favorevole, era il tempo della misericordia, concessa dopo gli orrori e i crimini commessi nel mondo, ma non lo abbiamo saputo sfruttare. Siamo sull’orlo della fine di un tempo, che ha lasciato spazio al bene, condizioni favorevoli, ma corruzione ed ingordigia hanno prevalso.
La volontà demoniaca di distruggere l’umanità preme, e le barriere spirituali sono assai tenui, nella generale mancanza di fede, nella arroganza di chi pensa di pensare la Storia, ma senza lo Spirito di Dio.
La città terrena sarà lasciata a se stessa, come lo fu Gerusalemme, e quello che ora sembrano colpi inferti al Signore, ricadono invece sull’umanità che non ha saputo né voluto mettersi in ginocchio nel tempo della visita del Signore, perciò disse: “Non piangete su di me, ma sui voi e sui vostri figli”.
Un prezzo verrà pagato dall’umanità intera: sarà il tempo della Carità materiale e spirituale per chi ha lo Spirito di Dio, della misericordia verso gli afflitti, dell’umiliazione della tracotanza dei ricchi e potenti. Gesù non gode di queste rovine, ma piange la ineluttabilità del castigo. Ma quella croce di Gesù comprende anche questa rovina, sul suo corpo sono state scritte le disgrazie dell’umanità: nel suo Cuore cerchiamo rifugio, per avere con lui il senso del male sopportato per il bene, per la redenzione.
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni
Fonte: YOUTUBE | SPREAKER