Sull’esempio delle donne
Un gruppo di donne, di buon livello di censo e posizione sociale segue stando insieme i Dodici Apostoli, sostenendoli con i loro beni e nelle loro necessità materiali.
L’amore per Gesù che spinge alla generosità, che non è solo di sostegno con il denaro, ma di molte cose che gli Apostoli necessitano in una vita fatta di sequela di Gesù.
Il Figlio dell’Uomo non ha una pietra ove posare il capo e i Dodici lo seguono nel peregrinare, lo anticipano nel preparare la sua Parola, anch’essi cacciano demoni come segno che il Regno è vicino.
Non hanno una casa fissa, non sono organizzati su un territorio, sono gli Inviati, sono in movimento là dove il Signore li manda. Al tempo di Paolo vi sono già presbiteri e vescovi che stanno sul territorio a somiglianza dell’organizzazione ebraica delle sinagoghe rispetto al Tempio, L’organizzazione territoriale è il segno della presenza del Signore che sta con la gente che vive in città e villaggi.
Ma gli Apostoli costituiscono il cuore della Chiesa di Gesù ed essi sono missionari che impersonano Gesù più direttamente. Missione e evangelizzazione sono il motore della Chiesa fin dal principio, con Gesù alla testa, fisicamente, prima, spiritualmente poi.
Il merito di quelle donne fu quello di condividere anche l’aspetto missionario del gruppo apostolico con Gesù. Esse accoglievano e talvolta seguivano gli spostamenti, Gesù e i Dodici si muovevano su un tessuto fatto di familiarità, di amore e provvidenza, di accoglienza e aiuto.
Lo stesso gruppo di donne coraggiose si trova anche se non compatto, nel parapiglia del percorso della via dolorosa del Calvario: la Madre di Gesù riesce solo dopo un tratto a incontrare il Figlio scambiando uno sguardo ed un gesto di amore, ma riesce a rimanere presente fin sotto alla croce sostenuta da Maria di Magdala, la più intrepida del gruppo; ma anche la donna che asciuga il volto del Cristo, che rimane denominata per il miracolo che riceve del volto impresso sul telo, è un esempio di coraggioso amore.
Non era facile, in quel tempo seguire materialmente Gesù, ma quel gruppo di donne intrepide, insieme alla Madre di Gesù lo fecero, sfidando non solo le difficoltà materiali, ma anche quelle della malizia e della calunnia, pronta a colpire come sempre per abbattere e stroncare la missione di Gesù.
Non di meno questa opera di soccorso era prevista e voluta da Gesù, il quale dopo un primo tratto di solitaria attività e la costituzione dei primi Apostoli, accoglie sua Madre con sé, dapprima lasciata a Nazareth, tra i parenti insidiosi, se si esclude Maria di Cleofa e il cugino Giacomo.
Gesù sa rendere stabile, cioè costituito, quello che sembra configurato sulla instabilità del movimento missionario, egli dà solidità alla dinamicità necessaria, per raggiungere le anime, e le donne che lo seguono si adattano mirabilmente, sapendo attendere e dare rifugio nelle case e con i loro beni sapientemente predisposti.
Senza nulla togliere all’organizzazione che la Chiesa si è data nei secoli, certamente rispondente alla stabilità territoriale e amministrativa, non possiamo che guardare ammirati all’esempio dei Dodici e del popolo femminile, che si adatta contro ogni naturale necessità di stabilità, alle esigenze missionarie.
C’è una fretta in Gesù di raggiungere le anime, non c’é sosta nel suo peregrinare, non c’è altra spinta se non il bisogno urgente della salvezza delle anime: tutto viene sacrificato a tale primario scopo di evangelizzazione per la salvezza.
Non possiamo non riflettere su tale ansia missionaria in ordine alla salvezza, per uscire dall’ansia della evangelizzazione di mantenimento e consolidamento delle strutture: la stabilità ha sempre un contro prezzo, per cui la normalità ben gestita fa scendere parecchio la tensione dell’urgenza della salvezza.
La missione e l’evangelizzazione, senza lo scopo della salvezza infatti non sarebbero giustificate.
Certamente la situazione odierna, che non è solo questione di calo di numeri, ma di qualità della fede, dovrebbe farci guardare a quel dinamismo primitivo e tipico di una Chiesa che è in uscita perché, non solo la frequenza e l’appartenenza alla Chiesa lo richiede, ma l’urgenza della salvezza delle anime, oggi fortemente in pericolo.
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni
Fonte: YOUTUBE | SPREAKER