L’invito «scandaloso» di Gesù a mangiare il suo corpo
«Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». «L’uomo ciö che mangia» diceva il filosofo materialista Feuerbach. Ma in Gesù materia e spirito sono uniti nella sua umanità e vita. L’invito a «mangiare la sua carne» e «bere il suo sangue», in un certo senso risulta assurdo e poco accettabile.
Ormai la consuetudine non ci fa più avvertire quanto «scandaloso» sia l’invito di Gesù. Certo si può superare questo scandalo intendendo l’invito di Gesù come simbolico e metafora spirituale di comunione. Ma Gesù sottolinea che suo invito concreto e che si tratta di nutrirsi di Lui, del suo corpo e del suo sangue, per essere ciò che mangiamo. Certo non si tratta di un nutrirsi a livello immediato ma mediato dalla fede nella sua parola e nei suoi gesti sul pane e vino nell’ultima cena, come Sacramento.
Diventare Lui vivere per Lui per essere vita donata a Gesù, e in questo entrare il Lui e uscire da sé vivere la vita stessa di Dio e quindi eterna.
Commento a cura di don Fulvio Capitani
Parroco di San Jacopo in Polverosa (Firenze)
Assistente della Sottozezione Unitalsi di Firenze Centro
Assistente Ecclesiatico Comunità Toscana Foulards Blancs