La gioia di Dio è andare incontro e ritrovare chi è avvinto dalla morte
«Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».
Non c’è semplice bontà nelle parabole di Gesù, la logica del vangelo ha uno stringente cambio di prospettiva. La prospettiva di Dio ha come punto centrale di forza la vita di ogni singolo essere umano, una vita piena. Non si tratta quindi di tracciare una linea di separazione tra giusti ed ingiusti, tra santi e peccatori ma di aprire l’accesso a tutti alla comunione con il Signore.
È vero che le vie di morte e dissipazione, a volte intraprese da noi uomini sono piene del frutto amaro dello smarrimento e della evidente condizione di un bisogno di vita e di amore che non può essere soddisfatto. La gioia di Dio è andare incontro e ritrovare chi è perso ed è avvinto dalla morte.
A Lui basta un cenno, anche con le motivazioni insufficienti, che si getta fino al profondo della solitudine e dallo smarrimento dell’uomo per abbracciarlo e donargli pienezza di vita e dignità.
Don Fulvio Capitani
Commento a cura di don Fulvio Capitani
Parroco di San Jacopo in Polverosa (Firenze)
Assistente della Sottozezione Unitalsi di Firenze Centro
Assistente Ecclesiatico Comunità Toscana Foulards Blancs