Riflessione.
La pagina del Vangelo di oggi
è una presa di posizione di Gesù
nei confronti della religiosità
e di quanti erano diventati i professionisti
della religione:
sacerdoti, scribi, farisei, capi del popolo,
sommi sacerdoti, leviti, ecc…
“Venite a me voi tutti che siete stanchi
e affaticati, e io vi darò ristoro…
Il mio giogo è leggero…”
Queste parole di Gesù sono rivolte
alla povera gente che lo sta ascoltando.
Il riferimento è alla religione che gli ebrei
erano obbligati ad osservare
e che ormai costituiva un peso, un giogo, un limite
nella vita, per la religione stessa.
Questa doveva portare a Dio,
indicare Dio, favorire il rapporto con Dio;
mentre non portava più a nulla.
La religione ebraica e il Tempio stesso
erano diventati un peso,
fine a se stessi
a beneficio della classe sacerdotale.
Rivolto alla sua gente, Gesù afferma:
“Voi siete oppressi da una religione
che non vi libera, non vi realizza;
ma vi rende prigionieri
di pratiche e di riti
che non aiutano a crescere,
né a pregare, né vi porta a Dio!”
Gesù è un personaggio straordinario
non solo perché è Dio,
ma pure come Uomo,
per l’originalità del suo messaggio
e per il coraggio con cui afferma
idee e concetti in totale contrasto
con gli insegnamenti della tradizione religiosa
e dei sacerdoti del Tempio.
Per Gesù, la religione non può essere
un peso, un obbligo, un insieme di riti
e pratiche da osservare e da vivere;
quanto piuttosto una scelta libera
per sentirci più completi e liberi,
più contenti e figli di Dio…
non dei peccatori sempre bisognosi
di perdono e forse anche castigati.
Non dobbiamo osservare
e praticar una religione
perché ormai ci siamo dentro,
siamo nati cristiani,
viviamo in una società cristiana, ecc…
Piuttosto voglio essere e vivere da cristiano
perché credo in un Dio che mi è Padre,
che vuole il mio bene,
che mi indica una via nuova e originale
per vivere e relazionarmi con Lui
e con gli altri.
La religione o mi aiuta a crescere,
a capire di più, a darmi alcune risposte
di cui ho bisogno nella vita,
sul dolore, sulla sofferenza,
sulla stupidità ed egoismo umano,
sulla sperequazione tra ricchissimi e poverissimi,
su ciò che è bene e male,
su quello che è giusto fare
o non è giusto…
Oppure la religione è solo un fardello in più,
una palla al piede
che mi rallenta nel cammino della vita,
un ingombro morale per la mia libertà.
O Dio mi aiuta e “mi serve” per sentirmi
più libero, più contento, più realizzato,
più completo e protetto…
oppure anche Dio diventa una sovrastruttura
e un ingombro nella vita.
Allora lo metto da parte…
Per questo Gesù afferma:
“Ti ringrazio, Padre, perché
tu ti fai conoscere alle persone semplici,
senza preconcetti e senza strutture mentali,
che non si professano professionisti della religione.
Le persone povere, piccole, semplici,
umili… sono in grado di capirti meglio
di tanti intellettuali, teologi, orgogliosi
e paludati per darsi importanza.
“Il mio giogo è leggero…”
Cioè:
la fede e il rapporto con Dio
che io propongo e vi raccomando
è un dialogo nell’amore,
nella libertà;
è una scelta matura di una religione
che fa crescere,
che realizza la persona;
che non impone obblighi, divieti,
semafori rossi, peccati
e minaccia castighi o inferno.