Commento alla Prima Lettura
– La Pasqua, per gli Ebrei,
era il ricordo della liberazione
e della libertà dalla schiavitù d’Egitto.
Veniva celebrata ogni anno al 14 di Nisan.
– La Pentecoste
era pure una grande festa del popolo
e ricordava la Legge.
Arrivati al monte Sinai,
Mosè riceve da Dio la Legge (i 10 Comandi);
è il momento simbolico
in cui si riconoscono:
“popolo di Dio”.
Capiscono che la legge è un grande dono di Dio.
Questa pagina degli Atti
pone alcuni problemi e interrogativi:
– perché Gesù doveva aspettare 50 giorni
per mandare il suo Spirito sui Discepoli?
– nel Vangelo di Giovanni,
sembra che la Risurrezione,
l’effusione dello Spirito,
l’Ascensione
e la Pentecoste
siano avvenuti nel medesimo giorno.
Come si spiega la differenza di tempi
con Luca ?
– Come faceva la gente in piazza,
da provenienze diverse,
sentire Pietro parlare la loro lingua?
– E’ una pagina di teologia
non di cronaca.
1° risposta:
Luca distribuisce in tempi diversi
la Risurrezione,
l’Ascensione,
la Pentecoste
per aiutare noi a comprendere meglio
i molteplici aspetti del mistero di Gesù.
2° risposta:
Un altro insegnamento che Luca vuole dare:
la Pentecoste è il ricordo della Legge mosaica,
ora la Nuova Legge non è più quella di Mosè,
ma è Gesù stesso, lo Spirito del suo Amore.
Lo Spirito ha sostituito la Legge.
3° risposta:
I segni: vento forte, terremoto, fuoco…
sono tutte immagini per sottolineare
quanto di grande e unico sta avvenendo.
Come lo raffiguriamo lo Spirito di Dio?
Anche noi usiamo dei disegni simbolici
per rappresentare sentimenti e ideali:
- la speranza, l’amore, la gioia, (le faccette) ecc…
Il vento, il terremoto
stanno ad indicare la forza,
ciò che trascina e travolge…
il fuoco
sta ad indicare:
la vita sempre nuova,
il calore, il colore,
la tendenza a muoversi verso l’alto,
la capacità di purificare (sterilizzare) (perdono)
4° risposta:
– Le molte lingue parlate dagli Apostoli,
o avveniva una traduzione in simultanea?
Nulla di tutto ciò;
Luca si riferisce a un fenomeno
molto comune nella Chiesa primitiva:
ricevuto lo Spirito
molti battezzati
in una specie di esaltazione,
come in estasi,
pronunciavano parole strane…
nessuno parlava lingue straniere,
ma era un segno che lo Spirito di Dio
era sceso su di loro.
lo Spirito unisce ciò che è diviso.
Nell’antichità, a Babele,
senza lo Spirito… non riescono più a capirsi;
a Pentecoste, con lo Spirito,
pur prevenienti da località diverse
e senza conoscersi,
riescono a capirsi…
perché tutti capiscono
il linguaggio dell’amore.
Commento al VANGELO
– La pagina del Vangelo
è un breve tratto del discorso di Gesù
durante l’Ultima Cena.
– Da tenere presente
lo stato d’animo di Gesù;
ciò che sta vivendo, provando
Gesù in quel momento:
sa già del tradimento di uno di loro,
prova a convincerlo a rivedere la scelta.
Giuda se ne va, sbattendo la porta.
E’ il fallimento della sua opera.
– In quella Cena Gesù parla a lungo
di tante cose,
fa tante raccomandazioni:
sta morendo
e in piena coscienza
rivolge con il cuore in mano
le ultime raccomandazioni ai suoi.
– Deve avvertirli di ciò che sta per succedere
(servirà a poco… ma Lui li preavvisa);
parla a lungo del Padre
e dello Spirito Santo che il Padre
manderà quando Lui se ne sarebbe andato;
raccomanda di stare uniti:
(a Pietro chiede che li “raduni”,
li “raccolga”… se li vada a cercare
là dove sarebbero andati a nascondersi);
raccomanda di non perdere la fiducia in Lui,
sarebbe risorto,
sarebbe ritornato…
devono avere fede in Lui;
devono rimanere uniti a Lui,
come dei rami alla vite;
non devono spaventarsi
per quello che succederà,
“Io ho vinto il mondo” – afferma.
– I Discepoli ascoltano in silenzio,
ma capiscono poco…
cominceranno a capire dopo che Lui
se ne sarà andato…
– In questa pagina Gesù dice:
– chi mi ama,
mi ascolta,
mette in pratica quanto vi ho detto…
– Gesù assicura la venuta dello Spirito
che è del Padre e anche suo.
– lo Spirito santo
vi farà capire
ciò che ora vi sembra oscuro
– Tutto il discorso, comunque
piuttosto lungo
diventa comprensibile solo nella fede:
se ci si fida di Gesù.
Diversamente sono parole vuote,
chiacchiere di uno esasperato,
di un moribondo,
che si aggrappa ai suoi
perché sta perdendo tutto.
Per capire
è necessario fidarci di Gesù.
La sua Parola è il nostro bene.
Commento a cura di don Franco Scarmoncin – Diocesi di Padova