don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 8 Maggio 2022

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      1° Lettura

 

– Il fatto narrato dagli Atti

avviene una quindicina di anni dopo

che Gesù è salito al cielo.

(verso il 45 d. C.)

Siamo ad Antiochia (centro della Turchia)

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durante il primo viaggio apostolico di S.Paolo

accompagnato da Barnaba.

Paolo parlava sempre

ed era un piacere ascoltarlo,

mentre Barnaba non parlava mai.

 

– Al sabato, Paolo entra e predica nella sinagoga.

Viene ascoltato con attenzione e interesse

da tutti gli ebrei (della diaspora)

presenti in città.

Sono tutti tradizionalisti,

legati alla legge mosaica e alle tradizioni

come tutti gli ebrei rimasti in Patria.

 

Alcuni cose che dice Paolo

però non sono sulla linea della tradizione,

parla di un Gesù Cristo, Figlio di Dio,

condannato e morto in croce e poi risorto;

afferma che Gesù è il Messia Salvatore.

Paolo annuncia che la tradizione religiosa ebraica

con Gesù è superata

e ora il punto di riferimento

non è più Mosè o la legge,

ma Gesù Cristo e il suo messaggio di salvezza.

 

Questo novità annunciata da Paolo

il sabato successivo fa accorrere

non solo tutti gli ebrei tradizionalisti

curiosi di sentire cose mai sentite prima,

ma fa pure accorrere tanti pagani

attirati dalla predicazione coinvolgente di Paolo.

E molti pagani aderirono al nuovo messaggio,

credendo e facendosi battezzare nel nome di Gesù.

 

I tradizionalisti ebrei

non possono accettare

che qualcuno metta in dubbio

le loro tradizioni,

su cui avevano creduto e vissuto

per migliaia di anni

e fomentano una sommossa

al fine di far cacciare via Paolo e Barnaba.

 

I due discepoli di Gesù

invece di preoccuparsi e scappare avviliti,

se ne vanno pieni di gioia,

perché sentono che lo Spirito Santo è con loro

ed che anche a Antiochia

era partita una nuova comunità di fede

in Gesù.

 

 

         VANGELO

 

– Di tanto in tanto si sente dire:

in Italia ci vorrebbe un uomo forte

che sia in grado di sistemare

una situazione disastrosa

sotto tanti punti di vista:

         una Amministrazione elefantiaca e cartacea

         che scoraggia anche un mulo,

 

         una economia sempre in bilico

         con un debito pubblico enorme,

         che non sa come ridurre,

 

         una politica parolaia, inconcludente,

         che non affronta mai i veri problemi nazionali

         e quando ne affronta qualcuno fa sempre dei     pastrocchi,

         uomini forti al comando,

         comunque

         sempre bisognosi di denaro e di potere,

 

         una delinquenza che non dà tregua

         e una Giustizia inefficace e tardiva,

 

         una generale mancanza di lavoro;

         e chi avrebbe possibilità di dare lavoro

         non viene favorito per crearlo,

 

         la situazione idrologica sempre a rischio   alluvioni e smottamenti,

 

         le Banche sono diventate

         ”Associazioni a delinquere”

         legalizzate dai politici conniventi,

 

Ne abbiamo avuti “uomini forti”

nella storia della nostra Repubblica,

dal Re a Mussolini,

da Craxi ad Andreotti        

da Berlusconi e Renzi…

con tutti i loro lacchè e cucuzzari

a stendere il tappeto rosso sotto le loro scarpe…

 

Di questi uomini forti

ne sto volentieri senza,

e sono disposto a pagare

per non trovarmeli in qualche posto di comando.

Questi non possono e forse non vogliono

fare il mio bene, il nostro bene…

sono protesi verso il potere,

vogliono comandare,

hanno bisogno di avere e possedere sempre di più,

sono di una ingordigia insaziabile

e non possono fare il mio bene.

 

– L’unico “Uomo forte”

a cui riconosco capacità e la buona volontà

di darci veramente una mano

e di tirarci fuori dai nostri guai

è una persona semplice e povera,

che non ha pretese né esigenze:

un po’ strano,

ma ha la soluzione giusta per i nostri guai.

 

Non è il tipo che si compra un aereo

per far bella figura,

gli basta un asinello;

 

non fa promesse a vanvera,

come fosse in grado di fare miracoli,

chiede piuttosto un impegno personale

Lui sì è in grado di fare miracoli!

 

Abbiamo avuto uomini

che per far vedere che erano forti,

hanno dichiarato guerra a popoli

che non ci avevano fatto nulla

e che volevano risolvere i loro problemi da soli…

mentre l’unica maniera per risolvere i conflitti

è il perdono

la carità solidale,

la collaborazione,

lo scambio di aiuti,

il dialogo…

 

Abbiamo avuto uomini forti

abbiamo fatto la calca sotto i loro palchi…

e ce ne siamo sempre pentiti…

ora si presenta Gesù,

come un Pastore

e lo guardiamo con diffidenza

come venisse a ingannarci,

a parlare a vanvera,

a dirci cose che non si possono attuare,

fuori dal mondo e dal buon senso…

e annulliamo di fatto le sue proposte di bene.

 

Se nel mondo ci fossero meno uomini forti

meno persone di potere…

meno arrivisti, egoisti, gente di potere

sfruttatori e arrivisti, guerrafondai,

politici di professione…

e

simbolicamente più pastori,

gente umile, povera, semplice…

probabilmente il mondo andrebbe meglio.

Per questo Gesù si è paragonato a un “pastore”.


Fonte