1° Lettura
– Siamo durante il regno di Acab
e della moglie Gezabele
regina affascinante, abile e perfida.
850 anni prima di Cristo.
Il Regno di Acab gode un certo benessere,
la città di Gerusalemme viene fornita d’acqua
con canali e sistemi idraulici
esistenti anche ai nostri giorni;
i commerci sono fiorenti;
Acab ha stipulato alleanze con potenze vicine…
dal punto di vista sociale, politico, economico
sembra che le cose siano più che buone
e la vita serena e godibile…
Dal punto di vista religioso tuttavia
si nota corruzione, dissolutezza,
perdita della pratica religiosa,
non si osservano le tradizioni dei padri…
Come mai ?
La regina Gezabele, una pagana del Nord,
una volta introdotta a corte
aveva diffuso il culto alle sue divinità pagane
Baal e Astarte;
e queste sono le deleterie conseguenze
sotto l’aspetto morale e religioso.
Unico a sfidare la regina è il Profeta Elia.
Un grande profeta,
che non ha lasciato scritti,
ma di lui parlano in maniera diffusa i libri
dei Re e delle Cronache
e occupa un notevole momento storico di Israele.
Elia affronta la regina e i suoi sacerdoti,
pagati dal potere,
sfidando i falsi e corrotti sacerdoti di corte
e dimostra con un prodigio che le divinità Baal
sono frutto della fantasia umana,
non sono divinità reali, vere;
non c’è alcun altro Dio, fuori di Jaweh.
La rivalità e il dissidio tra i due
continua per anni;
alla fine Elia deve soccombere
e scappare perché la regina lo vuole uccidere.
Perfino il popolo sembra stare dalla parte
di Gezabele pagana e immorale.
N.B.
Quando uno ha il potere trova sempre
lacchè e servitori disposti ad approvare
le sue nefandezze…
vedi Governi italiani dal 1994 al 2018.
Un giorno Elia scappa per non essere ucciso,
e tenta di attraversare il deserto.
Il suo desiderio è incontrarsi con Dio
sul monte Oreb,
dove anche Mosè aveva incontrato Dio
e gli aveva parlato.
Ma il deserto è molto più insidioso e grande
di quanto lui pensi;
e dopo giorni di cammino,
finite tutte le scorte di cibo e acqua
allo stremo delle forze
si butta sotto un cespuglio invocando la morte.
Le Lettura di oggi parte da questo punto.
Mentre sfinito, affamato e assetato,
Elia sta attendendo la fine,
un Angelo lo scuote e gli ordina
di mangiare e di bere
ciò che Dio gli ha messo vicino.
Guardandosi attorno Elia vede
del pane e una brocca d’acqua.
Mangia e beve tutto, fino a saziarsi.
“Con la forza datagli da quel pane,
Elia camminò per 40 giorni e 40 notti
fino al monte di Dio l’Oreb”,
dove appunto incontrerà Dio
che gli parlerà.
La vicenda di Elia è la nostra.
In certi momenti siamo talmente
scoraggiati e delusi
che neppure la fede riesce a darci forza.
In questi momenti non pensiamo certo
al “pane” eucaristico:
cioè: alla Parola e all’Eucaristia.
E’ questo tuttavia
per chi ha fede,
il suggerimento della Lettura:
quel Pane (Parola e Pane)
potrebbe essere la nostra salvezza.
VANGELO
(continua la riflessione sul Sacramento dell’Eucaristia
iniziata la scorsa domenica, con
Eucaristia è: Sacramento
mezzo di salvezza
(non “fine” ma “mezzo”)
Memoriale: passato
presente
futuro
Parola
Pane
Assemblea in preghiera
Sacerdozio
servizio
è il vero Sacramento del perdono
è un bisogno
(non un obbligo)
Segno: rispetto per il pane sulla tavola