1° Lettura
– Isaia iniziando la sua attività
di profeta e predicatore pubblico,
senza aver ricevuto da alcuna autorità umana
alcun mandato o autorizzazione,
spiega al popolo ebreo
l’origine della sua vocazione.
Perchè si arroga
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o chi gli ha dato il diritto
di annunciare la Parola di Dio?
Non è stato lui ad assumersi la responsabilità
di essere profeta,
ma Dio stesso lo ha chiamato.
Come ?
Isaia racconta di un’esperienza
interiore, forte di Dio,
e che racconta in forma di visione:
un giorno mentre è in preghiera
nel Tempio
vede il trono di Dio,
gli angeli che fanno festa attorno al Dio,
una luce sfolgorante,
musiche e uno spettacolo grandioso.
Sente gli Angeli proclamare nel canto:
“Santo, Santo, Santo è il Dio degli eserciti…”
mentre – dice Isaia –
il Tempio
si riempiva di nebbia…
Dentro alla visione,
Dio lo chiama ad essere profeta (650 a.C.).
Isaia avverte la sua incapacità,
la sua inadeguatezza rispetto al compito
che Dio gli prospetta…
lui è povero peccatore,
ha commesso tanti peccati e infedeltà,
è indegno di annunciare la Parola di Dio
E subito Isaia vede un Angelo (un Cherubino)
prendere un tizzone acceso
e glielo passa sulle labbra,
come segno di purificazione
(il fuoco sacro brucia,
cancella ogni traccia di impurità e iniquità).
Isaia così purificato si sente pronto
ad andare a svolgere la missione di Dio:
“Eccomi, manda me!”
Pur sentendosi indegno
come tutti noi sacerdoti a svolgere il compito
di parlare di Dio, annunciare Dio
i Sacramenti di Dio;
Isaia non ha esitazioni…
e sarà un grande profeta
un grande uomo di Dio
e cercherà di essere coerente
con il messaggio
che sarà chiamato ad annunciare.
Il collegamento tra la 1° Lettura
e il vangelo è dato dai due personaggi:
Isaia che si sente inadeguato
ad essere profeta in mezzo al suo popolo
e Pietro che di fronte alla chiamata di Gesù
si sente altrettanto peccatore
e indegno della missione
che Gesù gli vuole affidare.
VANGELO
– Del Vangelo vorrei sottolineare
un particolare:
la fede di Pietro.
– Siamo agli inizi della vita pubblica di Gesù
e Pietro come i suoi amici
hanno sentito parlare del Maestro;
ma ancora non hanno abbandonato il lavoro
per seguirlo;
erano stati insieme una mezza giornata
qualche settimana prima
quando lo avevano incontrato al fiume Giordano
in ascolto di Giovanni il Battista;
e questa probabilmente è
la seconda volta che incontravano Gesù.
Hanno messo volentieri la barca a sua disposizione
perché parlasse alla gente;
Lo hanno ascoltato predicare.
Gesù, come segno di riconoscenza,
li invita a ritornare a pescare:
è giorno; di solito si pesca durante la notte,
sono stanchi morti,
non hanno preso nulla la notte passata,
Gesù non è un esperto di pesca
(almeno non sembra…)
Pietro, responsabile della barca,
poteva ringraziare e lasciar perdere la proposta di Gesù…
invece Pietro, contrariamente al buon senso
e al ragionamento e ad ogni logica
che gli avrebbe suggerito di starsene a riposo
risponde a Gesù:
“Sulla tua parola, io getterò la rete”
come a dire:
non mi sembra una buona idea,
ma se lo dici Tu… vado!
Questa è la fede!
Fede è credere che quanto dice e fa Gesù
è il mio bene…
(per Pietro, una quantità enorme di pesce)
La fede non è credere in Dio,
se Dio esista o meno…
Fede è credere in Dio, fidarsi di Dio.
Credere in una persona
significa fidarsi di quello che dice
anche se sembra assurdo
o impossibile.
Es. il bambino è preso da Gesù
come immagine della fede
perché il bambino “si fida”
del papà e della mamma
anche se gli dicono cose non vere…
lui si fida…
peggio poi per i genitori
quando il bambino capirà
di essere stato ingannato.
Fede è fidarsi della Persona, di Gesù,