Premessa: Il Cammino dell’Avvento.
1° Avvento
- Coscienza del nostro peccato
- Vegliare in maniera attiva
2° Avvento
- Grido di speranza: Dio viene
- Il Battista prepara la strada al Messia
3° Avvento
- Il Messia che viene è il Consacrato da Dio
- ma non è il Battista: lo dice lui stesso…
4° Avvento
- Il Messia atteso è Re e Signore-Dio
- il Messia è già presente: l’Annunciazione:
1° Lettura
– Il Profeta Isaia è uno dei personaggi
che ci stanno accompagnando
in questo Avvento,
insieme con il Battista e la Vergine Maria.
– In questa pagina Isaia si rivolge
a nome di Dio
al suo popolo in esilio a Babilonia
per una parola di conforto:
“Consolate il mio popolo…”
prospettando il ritorno in patria.
L’esilio dura poco più di 60 anni.
Di tanto in tanto durante l’esilio
Dio manda qualche profeta
a dire una parola:
il popolo ebreo deve prendere coscienza
dei propri errori e scelte sbagliate,
di aver abbandonato Dio e l’Alleanza;
devono ricuperare la speranza del ritorno in patria,
sentire il bisogno di Dio,
di un Redentore (goèl) che li riscatti;
l’unico che possa salvare tutti è solo Dio.
Oggi il profeta rassicura tutti:
il loro peccato è stato perdonato,
hanno sofferto fin troppo;
hanno capito il male commesso.
Ora è necessario che “nel deserto”
venga preparata una strada, un sentiero
per questo popolo che sta per ritornare
in Patria… migliaia di chilometri lontana;
è necessario che le valli siano colmate
e i mondi abbassati
per facilitare il cammino.
Tutti vedranno la “gloria” del Signore:
cioè la potenza dell’Amore di Dio,
in grado ancora di fare quei miracoli
compiuti quella volta che uscirono dall’Egitto:
lungo il deserto Dio ha dato loro cibo e acqua.
Dalle alture e nei punti più alti delle mura cittadine
gli araldi annuncino a tutti che gli esuli
stanno ritornando.
Tutti devono prepararsi a questo evento:
“Ecco il vostro Dio”
Il ritorno in Patria degli esuli ebrei
è come la venuta di Dio stesso;
anzi è Lui, Dio, a marciare davanti al suo popolo
portando in braccio i più deboli,
come un pastore cammina davanti al suo gregge
portando in spalla gli agnellini.
La parola forte e di speranza è data dall’annuncio:
“Ecco il nostro Dio”
L’Avvento è un annunciare al mondo
la venuta di un Dio che viene per salvare.
In realtà Dio è sempre in mezzo a noi;
abbiamo bisogno di rendercene conto
e agire di conseguenza.
VANGELO
Osservazioni sul testo di Marco
1°
Inizio del Vangelo
(buona notizia)
partenza rapida,
scarna,
essenziale;
senza giri di parole
N.B.
S.Marco
non accenna neppure alla nascita di Gesù
e a nessun fatto della sua infanzia.
2°
Vangelo di Gesù Cristo
Figlio di Dio
Qual è questa “buona notizia” ?
E’ Gesù stesso:
il Figlio di Dio,
segno e immagine
dell’Amore concreto del Padre
è venuto in mezzo a noi,
a condividere la nostra esistenza.
Gesù è il segno concreto che Dio ci ama.
Gesù:
quello che è,
quello che dice,
quanto fa,
è “buona notizia”:
Dio cioè viene di persona a salvarci,
a darci una mano…
Non manda altri (profeti)… viene Lui stesso.
N.B.
Che cosa significa:
“salvezza”
Che cosa significa che Gesù
viene a salvarci ?
3°
Marco riallaccia il suo Vangelo
al Profeta Isaia
molto noto e stimato presso il popolo ebreo
e presso le prime comunità cristiane.
Isaia (vissuto 650 prima di Gesù)
aveva già parlato del Messia
e del Precursore del Messia;
aveva detto che prima del Messia
sarebbe venuto un Precursore,
un Profeta a preparare la venuta del Messia.
Giovanni il Battezzatore è solo il precursore,
non è il Messia (Cristo).
Il Messia è Gesù.
N.B.
Da non confondere:
il Battista non è il Messia,
lui è solo il messaggero
uno che prepara la strada;
il Messia è Gesù.
Questo anche Marco
(come Giovanni Evangelista)
lo ribadisce fin da subito
a scanso di tanti equivoci
che già giravano per le comunità,
che il Messia cioè fosse il Battista,
grande Profeta e morto martire
per il suo coraggio.
Il Battista Giovanni
per quanto santo e grande personaggio
non è il Messia.
(Vedi “Antichità giudaiche” di Giuseppe Flavio)
4°
Chi è questo Precursore:
“Uno che predica nel deserto”:
sia perché viveva in una zona desertica,
sia perché anche se molti
lo andavano ad ascoltare
erano pochi coloro che lo seguivano
e mettevano in pratica la sua parola:
era come se parlasse al deserto
e nel deserto.
Es. tutti noi preti predichiamo nel deserto
e al deserto delle nostre chiese…
5°
Marco si sofferma a presentare
il personaggio “Giovanni Battista”:
veste come un primitivo,
mangia cose schifose,
vive da solo, lontano dalla gente,
una vita di stenti e di privazioni
(erano i segni dei profeti…).
Giovanni è un testimone credibile;
la vita di sacrificio parla per lui.
Giovanni è un uomo di grande coraggio,
con la spina dorsale ben dritta,
scarno e immediato nella vita
come nella parola…
non fa sconti a nessuno
e non vuole farsi bello davanti ad alcuno.
Giovanni è un personaggio simpatico
accattivante, ammirevole.
N.B.
Giuseppe Flavio “Antichità giudaiche”
storico ebreo alla corte di Roma
scrive a lungo di Giovanni il Battista
e delle speranze suscitate presso la povera gente;
molti erano convinti che fosse lui il Messia.
Giuseppe Flavio
per Gesù ha solo un paio di righe.
6°
Giovanni dice tre cose:
– ricevete il battesimo
come segno che volete cambiare vita.
Entrare e lavarsi al Giordano
diventa segno di pentimento,
di purificazione,
di cambiamento di vita
in attesa del Messia.
Giovanni non sapeva bene chi fosse il Messia
o quando sarebbe venuto.
Giovanni è uno dei profeti;
e come ogni altro Profeta che l’aveva preceduto
aveva annunciato il Messia,
anche se il Messia era ancora lontano secoli,
altrettanto fa Giovanni:
annuncia e prepara la venuta del Messia,
anche se non sa quando sarebbe comparso.
– seconda cosa che fa e dice Giovanni:
Io non sono il Messia,
il Messia viene dopo di me,
ed è così grande che io
(di cui tutti avevano una stima immensa)
non posso osare neppure di chinarmi
per toccargli i sandali.
– una terza cosa dice Giovanni:
la distanza che c’è tra me e il Messia
è pari alla distanza
che c’è tra l’acqua e lo Spirito Santo…
tra la terra (acqua) e il cielo (fuoco);
praticamente infinita.
Il Battista con Isaia è un personaggio
che ci sta preparando ad accogliere Gesù.
Commento a cura di don Franco Scarmoncin – Diocesi di Padova