Commento alla Prima Lettura
– E’ la pagina del Vangelo
a determinare la scelta di questa pagina
dal libro del Qoelet:
“Signore, dì a mio fratello
di dividere con me l’eredità”
(L’eredità
più che essere divisa tra fratelli
rischia di dividere i fratelli)
– Siamo verso il 220 a.C.
e Israele sta vivendo un tempo
di benessere economico:
ovunque si incontrano commercianti di schiavi,
di bestiame, di perle, di oro, di spezie,
di resine profumate dell’Oriente…
Quest’uomo saggio Qoelet
in questo delirio collettivo,
in questa corsa sfrenata ad accumulare beni
e cose…
afferma che è tutto una forma di impazzimento,
di stupidità,
di inutilità (vanità)…
e fa alcuni esempi:
il Re Dario di Persia,
nonostante tutta la sua ricchezza
e potenza
è stato vinto e umiliato da Alessandro Magno
e il suo Regno è andato in frantumi…
A sua volta Alessandro magno
pur avendo conquistato il mondo,
muore giovanissimo
e il suo Regno viene diviso
tra i suoi generali…
e oggi non è rimasto più nulla della sua gloria.
Allora e anche oggi migliaia di persone,
ingannano,
rubano, rapinano e uccidono
per avere e accumulare sempre di più,
non si accontentano mai…
Possibile – si chiede il saggio Qoelet –
che non ci si possa accontentare
del necessario per vivere serenamente
e godersi la vita?
Es. perché politici e amministratori
devono avere stipendi di decine di euro al mese
e altri soli 1000 euro
Perché sembra che qualche categoria
abbia diritti a certi stipendi e pensioni
e ad altri non vengono mai riconosciuti
“diritti acquisiti”
e a loro si può decurtare
anche la pensione minima ?
Es. perché qualcuno deve andare oggi
in pensione con 15 mila euro
e qualche altro con 280 euro al mese?
– In tutto questo ci sono
grande contraddizione e incongruenza;
e nello stesso tempo della stupidità
pensando di poter fare i propri interessi
a scapito degli altri
VANGELO
– Perché Gesù non si presta a “fare giustizia”
visto che quell’uomo lo pregava
che facesse da paciere
tra lui e suo fratello?
Aveva risolto cause ben più spinose,
come mai questa volta se ne lava le mani?
Perché non sarebbe servito a nulla:
qualsiasi risposta avesse dato,
comunque, avrebbe suscitato la reazione
di uno o dell’altro
che si sarebbe sentito defraudato;
perchè
la questione da risolvere,
fa capire Gesù,
non è “dividere con equità”,
la causa del dissidio tra i due fratelli
è la cupidigia,
il bisogno di possedere di più…
Se non si elimina la causa dei dissidi
non sarebbe servito alcun intervento
neppure di Dio.
E poi Gesù racconta una parabola
per sottolineare tre aspetti
di questo atteggiamento,
non solo di questo fratello,
ma comune a tutti gli uomini
e da cui Gesù ci mette in guardia:
1° certi atteggiamenti verso le cose:
strafare, fare tutto,
circondarsi di ogni sicurezza,
accaparrarsi anche ciò che non serve
(vedi certi carelli di spesa al supermarket),
impegni continui senza tregua per respirare…
i lavori che ti prendono
e non ti lasciano vivere,
il bisogno di accumulare sempre di più,
pur avendo comunque molto più del necessario…
tutto questo è una specie di “pazzia”,
ti fa perdere la vita
e il godere delle piccole cose belle della vita.
2° questo comportamento
che ci porta ad escludere gli altri
dal nostro orizzonte;
diventiamo individualisti e
non vediamo più il mondo che ci sta attorno.
Inoltre ci porta pure ad escludere Dio
dalla nostra vita…
convinti di poter bastare a noi stessi.
3° nella logica di Gesù,
non è proibito fare soldi e arricchirsi,
stare bene e goderci la vita.
Gesù non ha predicato,
né raccomandato come una realtà positiva
e buona
il sacrificio e la penitenza…
Quanto piuttosto: la serenità,
il dialogo, l’aiuto fraterno,
la solidarietà con chi sta male, ecc…
In una parola: l’amore scambievole
a immagine dell’Amore di Dio.
Dove sta “il nostro errore colpevole”
pensare di poter fare da soli,
di poter essere felici
e realizzare la nostra vita
senza coinvolgere gli altri;
senza mai dare una mano;
senza mai far partecipi anche gli altri
del nostro benessere.
Pensare di poter essere contenti
da soli (es. poter mangiare)
escludendo gli altri…
Questo è l’errore… e gli errori si pagano.
Chi si comporta come una persona avida,
desiderosa di accumulare…
gli altri non li vede neppure;
e questo è anti-evangelico e anti-umano.
Il cristiano non può entrare in questa logica.
Naturalmente ogni riferimento a immigrati
e a categorie sociali disagiate
è puramente casuale…
Commento a cura di don Franco Scarmoncin – Diocesi di Padova
Letture della
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica.
Dal libro del Qoèlet
Qo 1,2; 2,21-23
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 89 (90)
R. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte. R.
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca. R.
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi! R.
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda. R.
Seconda Lettura
Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 3,1-5.9-11
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato.
Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
Parola di Dio
Vangelo
Quello che hai preparato, di chi sarà?
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12, 13-21
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Parola di Dio